INTRODUZIONE AL PRIMO LIBRO DEI RE
Caratteristiche
principali
I due libri dei Re presentano,
nell'insieme, la storia d'Israele durante la monarchia. Abbracciano il periodo
che va dalla vecchiaia e morte di Davide (circa 970 a.C. ) fino alla
deportazione in Babilonia (587 a.C. ).
Il primo
libro si apre con la descrizione degli ultimi anni di Davide (1- 2). Prima della
sua morte, egli assicura la successione a Salomone, il quale, divenuto re, si
dedica soprattutto all'organizzazione amministrativa del regno e alla
costruzione della reggia e del tempio (3- 11). Alla morte di Salomone il suo
regno si divide: la casa di Davide mantiene il governo del territorio di Giuda,
al sud, mentre tutto il nord diventa un regno distinto, chiamato regno d'Israele
(12- 14). Il libro racconta parallelamente la storia dei due regni, talora
alleati e talora in conflitto, fino ai primi decenni del IX secolo (15- 22). Il
protagonista degli ultimi capitoli è il profeta Elia.
Ciò che maggiormente colpisce chi legge i
libri dei Re, è il carattere religioso del racconto. Dei vari re si mette
in evidenza se hanno fatto o no la volontà di Dio (vedi ad esempio i Re
11,1- 13;12,26- 32;14,22- 24;15,3.11.16; ecc. ). La colpa che più viene
rimproverata ai re infedeli è il culto reso a divinità pagane,
spesso indicato come «il peccato di Geroboamo» (vedi ad esempio 1 Re
13,34;14,16;15,30; ecc. ). In base a questo modo di valutare il comportamento
del re, la caduta del regno d'Israele, che sarà argomento del secondo
libro, è vista come un castigo divino.
Autore e ambiente
storico
Per scrivere i libri dei Re sono stati
utilizzati materiali diversi. Alcune di queste fonti sono anche citate: Storia
di Salomone, Storia dei re di Giuda, Storia dei re d'Israele.
Le idee portanti sono molto simili a quelle del
Deuteronomio e molte espressioni coincidono. A motivo di queste somiglianze si
pensa che i libri dei Re siano stati composti negli stessi ambienti dai quali
proviene il Deuteronomio (vedi introduzione al Deuteronomio).
Schema
-
Ultimi giorni di Davide 1, 1- 2, 53
- Il regno di
Salomone 3, 1- 11, 43
- Storia dei regni
d'Israele e di Giuda 12, 1- 16, 34
- Il profeta
Elia e il regno d'Israele 17, 1- 21, 54
ULTIMI GIORNI DI DAVIDE
CAPITOLO
1
LA VECCHIAIA DI DAVIDE
1 Il re Davide era ormai molto
vecchio; i suoi servitori continuavano a coprirlo di vestiti, ma lui aveva
sempre freddo.
2 Allora gli dissero:
«Bisogna cercare una ragazza vergine che venga al tuo servizio e si prenda
cura di te. Dormirà con te e ti terrà caldo».
3-4 Cercarono per tutto il paese una bella
ragazza, e finalmente ne trovarono una. Si chiamava Abisag e veniva da Sunem.
Abisag era veramente molto bella. Essa venne a stare dal re, si prese cura di
lui, lo servì, ma egli non ebbe alcun rapporto sessuale con lei.
ADONIA VUOLE DIVENTARE RE
5-6 Dopo la morte di
Assalonne, Adonia, figlio di Davide e di Agghit, era il maggiore dei figli di
Davide. Così cominciò a darsi delle arie. «Sarò
re!», diceva. Si era procurato dei carri, dei cavalli e andava in giro con
una scorta di cinquanta uomini. Era un bell'uomo e suo padre non lo aveva mai
rimproverato per il suo comportamento.
7 Adonia
cominciò a complottare con Ioab, figlio di Zeruia, e con il sacerdote
Ebiatar. Entrambi gli diedero il loro appoggio.
8 Ma altri non stavano dalla parte di Adonia: il
sacerdote Zadok, Benaia figlio di Ioiada, il profeta Natan, Simei, Rei e i
soldati della guardia del corpo di Davide.
9 Un
giorno Adonia organizzò una cerimonia alla pietra di Zochelet, vicino
alla sorgente di Roghel. Si offrirono in sacrificio pecore, buoi e vitelli
grassi. Adonia aveva invitato tutti i suoi fratelli, cioè gli altri figli
di Davide, e tutti gli uomini che erano al servizio del re nella regione di
Giuda; ma
10 non aveva invitato Natan, Benaia, i
soldati della guardia del corpo di Davide e suo fratello Salomone.
NATAN E BETSABEA APPOGGIANO SALOMONE
11 Allora il profeta Natan
andò da Betsabea, la madre di Salomone, e le disse: «Non hai saputo
che Adonia, figlio di Agghit, si è fatto re, mentre il re Davide non ne
sa nulla?
12 Voglio darti un consiglio: se mi
ascolti potrai salvare la tua vita e quella di Salomone.
13 Va' dal re Davide e digli: Ricordi, mio
signore, quel che mi avevi giurato? Mi avevi promesso che mio figlio Salomone
avrebbe regnato dopo di te e ti avrebbe sostituito sul trono. Perché
allora Adonia si è fatto re?
14 Non avrai
ancora finito di parlare che arriverò anch'io a confermare le tue
parole».
15 Betsabea andò dal re.
Egli era nella sua stanza privata, perché era molto vecchio: Abisag si
occupava di lui.
16 Betsabea si
inginocchiò e si inchinò profondamente davanti al re ed egli le
chiese:
- Che cosa
vuoi?
17 Lei
rispose:
- Mio signore, mi avevi giurato davanti
al Signore tuo Dio che mio figlio Salomone avrebbe regnato dopo di te e avrebbe
preso il tuo posto sul trono.
18 Ora, invece,
Adonia si è fatto re e tu non ne sai niente!
19 Ha perfino organizzato una cerimonia durante
la quale sono stati offerti in sacrificio buoi, vitelli grassi e pecore in gran
quantità. Ha invitato tutti i tuoi figli, il sacerdote Ebiatar e il
comandante dell'esercito Ioab; ma non ha invitato il tuo servo Salomone.
20 Ora gli occhi di tutto il popolo sono puntati
su di te, mio signore; il popolo si aspetta che tu stesso dichiari chi
sarà il tuo successore.
21 Altrimenti,
quando tu non ci sarai più, Salomone e io saremo perseguitati.
22 Betsabea stava ancor parlando, quando
arrivò il profeta Natan.
23 Avvertirono
il re del suo arrivo, poi egli entrò e si inchinò con la faccia a
terra.
24 Natan chiese: «Hai deciso tu, mio
signore, che Adonia diventi re e prenda il tuo posto sul trono?
25 Ti chiedo questo, perché oggi Adonia
ha organizzato una cerimonia durante la quale hanno offerto in sacrificio una
gran quantità di buoi, vitelli grassi e pecore. Sono stati invitati tutti
i tuoi figli, i generali dell'esercito e il sacerdote Ebiatar. Ora mangiano e
bevono e gridano: Viva il re Adonia!.
26 Il
sacerdote Zadok, Benaia figlio di Ioiada, tuo figlio Salomone ed io, tuoi servi,
non siamo neppure stati invitati.
27 Sei proprio
tu, mio signore, ad aver deciso tutto questo, senza farmi sapere chi sarà
il tuo successore?».
DAVIDE VUOLE SALOMONE COME SUCCESSORE
28 A quel punto il re Davide
ordinò di richiamare Betsabea ed essa rientrò nella stanza.
29-30 Davide fece questo giuramento:
«Com'è vero che il Signore è vivente e mi ha salvato da tutti
i pericoli, oggi stesso farò quel che ti ho promesso davanti al Signore,
Dio d'Israele. Salomone è il mio successore e siederà sul mio
trono!».
31 Betsabea si inginocchiò
e si inchinò con la faccia a terra, poi gridò: «Viva per
sempre il re Davide, il mio signore!».
32
Il re Davide fece chiamare il sacerdote Zadok, il profeta Natan e Benaia figlio
di Ioiada.
33 Essi vennero dal re ed egli
ordinò:
- Fatevi accompagnare dai miei
funzionari, fate salire Salomone sulla mia cavalcatura reale e conducetelo fino
a Ghicon.
34 Là il sacerdote Zadok e il
profeta Natan lo consacreranno re; poi suonerete il corno e griderete:
«Viva il re Salomone!».
35 Ritornerete
in città con lui, egli verrà a sedersi sul mio trono,
perché è il mio successore. Infatti ho deciso che sarà lui
a governare Israele e Giuda.
36 - Il Signore,
Dio del nostro re, - rispose Benaia figlio di Ioiada, - voglia che sia
così!
37 Il Signore aiuti Salomone come
ha aiutato te e faccia diventare il suo regno ancora più grande del tuo.
SALOMONE E' CONSACRATO RE D'ISRAELE
(vedi 1 Cronache 29, 21-
25)
38 Il sacerdote Zadok, il profeta Natan,
Benaia figlio di Ioiada, i Cretei e i Peletei fecero salire Salomone sulla
cavalcatura del re Davide e lo accompagnarono fino a Ghicon.
39 Il sacerdote Zadok aveva portato l'olio dalla
tenda del Signore per consacrare il re. A Ghicon lo versò sulla testa di
Salomone. Poi fu suonato il corno e tutti gli gridarono: «Viva il re
Salomone!».
40 La folla accompagnò
Salomone in città tra suoni di flauto. Erano tutti molto allegri e
facevano tanto rumore da far tremare la terra.
SALOMONE RISPARMIA LA VITA DI ADONIA
41 Adonia e i suoi invitati
udirono questo rumore mentre stavano finendo di mangiare. Ioab riconobbe il
suono del corno e chiese:
- Che cos'è
tutto questo chiasso in città?
42 Mentre
Ioab stava ancora parlando, arrivò Gionata figlio di Ebiatar. Adonia gli
chiese:
- Vieni, tu sei un uomo di valore e porti
sicuramente buone notizie.
43 - No, - rispose
Gionata ad Adonia. - Davide ha fatto Salomone re!
44 Ha mandato con lui il sacerdote Zadok e il
profeta Natan, Benaia figlio di Ioiada, i Cretei e i Peletei. Salomone è
persino salito sulla cavalcatura reale di Davide.
45 Poi il sacerdote Zadok e il profeta Natan lo
hanno consacrato re a Ghicon. Di là sono tornati con grida di gioia e ora
la città è in festa. E' quello il rumore che avete appena sentito.
46 Ora Salomone siede sul trono.
47 I funzionari del re sono andati a
congratularsi con Davide e gli hanno fatto questo augurio: «Dio conceda a
Salomone una fama ancor più grande della tua e faccia diventare il suo
regno ancor più grande del tuo». Poi il re si è inginocchiato
sul suo letto
48 e ha pregato così:
«Sia benedetto il Signore, il Dio d'Israele, perché oggi mi ha dato
un successore e mi ha concesso di vederlo con i miei
occhi».
49 Allora gli invitati di Adonia,
spaventati, si alzarono e fuggirono ognuno per conto suo.
50 Adonia ebbe paura di Salomone e andò
vicino all'altare dei sacrifici e si aggrappò ai suoi angoli sporgenti.
51 Qualcuno riferì a Salomone:
«Adonia ha paura di te e si è rifugiato vicino all'altare dei
sacrifici. Chiede che tu giuri oggi stesso di non farlo
morire».
52 Salomone rispose: «Se
Adonia si comporterà lealmente, non gli torcerò un capello; in
caso contrario, morirà!».
53
Salomone mandò a prendere Adonia all'altare dei sacrifici. Adonia venne
dal re Salomone e si inchinò davanti a lui. Salomone gli ordinò:
«Torna a casa tua!».
CAPITOLO
2
LE ULTIME VOLONTÀ DI DAVIDE
1 Quando Davide si
sentì vicino alla morte, chiamò suo figlio Salomone per fargli
conoscere le sue ultime volontà:
2
«Figlio mio, io sto per andarmene; sii forte, comportati da uomo.
3 Resta fedele al Signore, il tuo Dio; fa'
quello che egli vuole, ubbidisci alle sue leggi, ai suoi comandamenti, ai suoi
ordini e ai suoi insegnamenti, scritti nella legge di Mosè. Così
tutto quello che farai avrà successo.
4
Allora il Signore manterrà la promessa che ha fatto quando mi ha detto:
"Se i tuoi figli faranno tutto quello che io dirò loro, se mi saranno
fedeli con tutto il cuore e con tutta l'anima, ci sarà sempre uno di loro
sul trono d'Israele"».
5 Davide aggiunse:
«Tu sai il male che mi ha fatto Ioab, figlio di Zeruia. Egli ha ucciso i
due comandanti dell'esercito d'Israele, Abner, figlio di Ner e Amasa, figlio di
Ieter. In questo modo si è vendicato in tempo di pace di uccisioni
avvenute in guerra. Ora egli porta la responsabilità di quel che ha
fatto.
6-7 Perciò farai bene a non
lasciarlo morire di vecchiaia.
7 Sii invece
generoso con i figli di Barzillai da Galaad. Li dovrai accogliere tra gli amici
che pranzano con te, perché vennero in mio aiuto quando fuggivo inseguito
da tuo fratello Assalonne.
8 «Fra i tuoi
uomini c'è anche Simei da Bacurim, figlio di Ghera, della tribù di
Beniamino. Mentre fuggivo verso Macanaim, lanciò contro di me una
terribile maledizione; ma quando mi venne incontro pentito verso il fiume
Giordano, gli giurai nel nome del Signore che non l'avrei fatto uccidere.
9 Tu, però, non lasciarlo impunito. Sei
intelligente e sai quel che ti conviene fare: non lasciarlo morire di
vecchiaia!».
MORTE DI DAVIDE
10 Davide morì e fu
sepolto nella Città di Davide.
11 Aveva
regnato quarant'anni: sette a Ebron e trentatré a Gerusalemme.
12 Dopo Davide salì al trono Salomone e
il potere si consolidò nelle sue mani.
Salomone
IL REGNO DI SALOMONE
SALOMONE SI LIBERA DI ADONIA
13
Un giorno Adonia, figlio di Davide e di Agghit, andò da Betsabea, la
madre di Salomone.
- Sei venuto da amico? - gli
chiese Betsabea. Sì, - rispose Adonia.
-
14 Vorrei chiederti un favore.
- Parla pure, - disse Betsabea.
15 - Come tu sai, io dovevo diventare re: tutti,
in Israele se lo aspettavano. Invece il Signore ha voluto che il regno toccasse
a mio fratello Salomone.
16 Ora, non rifiutarmi
quel che ti chiedo.
- Chiedi pure, - disse
Betsabea.
17 - Dovresti dire al re Salomone che
mi lasci sposare Abisag la Sunammita; a te non lo rifiuterà di certo! -
disse Adonia.
18 - Va bene, - disse Betsabea, -
parlerò al re in tuo favore.
19 Betsabea
andò dal re Salomone per parlargli della richiesta di Adonia. Salomone si
alzò, le venne incontro e si inchinò davanti a lei. Poi
tornò sul trono e fece portare un altro trono perché sua madre
potesse sedersi alla sua destra.
20 - Voglio
chiederti un piccolo favore, - disse Betsabea: - non
rifiutarmelo!
- Chiedi quello che vuoi e sarai
accontentata, - rispose il re.
21 Betsabea
disse:
- Dovresti permettere ad Adonia di sposare
Abisag la Sunammita.
22 Allora il re Salomone
rispose a sua madre:
- Perché mi chiedi
solo di lasciargli sposare Abisag? Già che ci sei, potresti chiedermi
subito che gli ceda il regno! Dopotutto è mio fratello maggiore e il
sacerdote Ebiatar e Ioab figlio di Zeruia lo
sostengono!
23 Il re Salomone giurò
davanti al Signore:
«Che Dio mi punisca se
Adonia non pagherà con la vita questa sua pretesa!
24 E' il Signore vivente che mi ha posto sul
trono di mio padre Davide e ha promesso che i miei figli continueranno a regnare
dopo di me. Perciò giuro davanti a lui che Adonia morirà oggi
stesso».
25 Così, per ordine del re
Salomone, Adonia fu ucciso da Benaia, figlio di Ioiada.
SALOMONE CACCIA EBIATAR DA GERUSALEMME
26 Salomone ordinò al
sacerdote Ebiatar: «Torna ad Anatot, nelle tue proprietà.
Meriteresti anche tu di morire. Per ora non ti uccido perché hai portato
in processione l'arca dell'alleanza del Signore nostro Dio ai tempi di mio padre
e hai condiviso con lui le stesse
sofferenze».
27 Salomone tolse a Ebiatar il
suo incarico di sacerdote. Così si realizzò la maledizione che il
Signore aveva pronunziata contro i discendenti di Eli nel santuario di Silo.
SALOMONE FA UCCIDERE IOAB
28 Perciò Ioab, quando
venne a sapere quel che era successo ad Ebiatar, - Ioab non si era messo dalla
parte di Assalonne, ma aveva appoggiato Adonia, - cercò rifugio nella
tenda del Signore e si aggrappò agli angoli sporgenti dell'altare dei
sacrifici.
29 Il re Salomone fu informato che
Ioab si era rifugiato nella tenda del Signore, vicino all'altare dei sacrifici;
allora mandò Benaia, figlio di Ioiada, con l'ordine di ucciderlo.
30 Benaia andò nella tenda del Signore e
disse a Ioab:
- Il re ti ordina di
uscire!
- No! - rispose Ioab; - mi faccia
uccidere qui!
Benaia tornò dal re per
riferirgli la risposta di Ioab.
31 Salomone
disse a Benaia: «Bene! Fa' come ha detto lui: uccidilo e poi seppelliscilo.
Così la mia famiglia ed io avremo fatto il nostro dovere riguardo al
sangue innocente versato da Ioab.
32 Infatti
Abner, figlio di Ner, comandante dell'esercito d'Israele, e Amasa, figlio di
Ieter, comandante dell'esercito di Giuda erano uomini giusti, migliori di Ioab.
Eppure lui li aveva uccisi, all'insaputa di mio padre; il Signore stesso lo
punisce per questo delitto.
33 Ioab e i suoi
discendenti portino sempre la responsabilità di quel crimine! Il Signore
faccia sempre vivere in pace i discendenti di Davide, la sua famiglia e il suo
regno!».
34 Allora Benaia, figlio di
Ioiada, raggiunse Ioab e lo uccise. Fu sepolto vicino a casa sua, in un luogo di
campagna.
35 Il re diede a Benaia, figlio di
Ioiada, il comando dell'esercito al posto di Ioab, e nominò Zadok
sacerdote, al posto di Ebiatar.
SALOMONE SI LIBERA DI SIMEI
36 Salomone mandò a
chiamare Simei e gli ordinò:
- Fatti
costruire una casa a Gerusalemme; abiterai lì senza mai allontanarti.
37 Se un giorno uscirai dalla città e
oltrepasserai il torrente Cedron, sarai sicuramente ucciso e la colpa
sarà solo tua.
38 Simei
rispose:
- Va bene, mio signore, farò come
hai detto. Così Simei abitò a Gerusalemme per molto tempo.
39 Tre anni dopo, però, due servi di
Simei scapparono e si rifugiarono presso Achis, figlio di Maaca, re di Gat.
Quando Simei venne a saperlo,
40 sellò la
sua asina e partì verso Gat, per andare da Achis a cercare i suoi servi.
Li trovò e li riportò a casa.
41
Salomone fu informato che Simei era andato fino a Gat ed era tornato indietro.
42 Fece chiamare Simei e gli disse: «Ti
avevo fatto giurare davanti al Signore, egli mi è testimone, che non ti
saresti mai allontanato dalla città, pena la morte. Lo sapevi bene, anzi
avevi detto che accettavi queste condizioni.
43
Perché allora non hai mantenuto la promessa fatta davanti al Signore?
Perché hai disubbidito ai miei ordini?
44
Lo sai quanto male hai fatto a mio padre Davide. Sei colpevole, e il Signore
stesso ti punirà,
45 mentre benedice me e
rafforzerà sempre il regno di Davide, mio
padre».
46 Simei fu ucciso da Benaia, figlio
di Ioiada, per ordine del re Salomone. Così il potere si consolidò
nelle mani di Salomone.
CAPITOLO
3
SALOMONE SPOSA UNA FIGLIA DEL FARAONE
1 Il re Salomone decise di
fare alleanza con il faraone, re d'Egitto; così sposò una delle
sue figlie. Finché non ebbe finito di costruire il suo palazzo, il tempio
e le mura di Gerusalemme, Salomone la fece abitare nella Città di Davide.
2 A quel tempo non era ancora stato costruito un
tempio dedicato al Signore, e il popolo continuava a offrire sacrifici nei
santuari sulle colline.
3 Salomone amava il
Signore ed era fedele alla volontà di suo padre Davide, eppure
andò anche lui a offrire sacrifici e a bruciare incenso in quei luoghi.
SALOMONE CHIEDE A DIO IL DONO DELLA SAGGEZZA
4 Un giorno Salomone
andò a Gabaon per offrire dei sacrifici. Gabaon era il più
importante dei santuari di quel territorio. Salomone aveva bruciato su
quell'altare un migliaio di animali.
5 Durante
la notte, il Signore apparve in sogno a Salomone e gli
disse:
- Chiedimi quello che vuoi e io te lo
darò.
6 Salomone
rispose:
- Tu hai sempre dimostrato un grande
amore per mio padre Davide, e anche lui ha sempre agito nei tuoi confronti con
lealtà, giustizia e sincerità. Tu hai sempre dato prova di questo
tuo grande amore per lui e infine gli hai dato un figlio che oggi siede sul suo
stesso trono.
7 Signore, mio Dio, tu mi fai
regnare al posto di Davide, mio padre, ma io sono ancora giovane e inesperto.
8 Il popolo che hai scelto per te è
così numeroso che non lo si può nemmeno contare. E io mi trovo a
capo proprio di questo popolo!
9 Ti prego. Dammi
la saggezza necessaria per amministrare la giustizia tra il popolo e per
distinguere il bene dal male. Senza il tuo aiuto, chi è capace di guidare
il tuo popolo, che è così grande?
10 La richiesta di Salomone piacque al Signore.
11 Allora Dio gli
disse:
- Non mi hai chiesto di vivere a lungo, di
diventare ricco o di far morire i tuoi nemici. Mi hai chiesto invece di saper
amministrare la giustizia. Farò come hai detto,
12 anzi ti darò tanta sapienza e
intelligenza, come nessuno ne ha mai avute e mai potrà averne.
13 Inoltre, anche se non me l'hai chiesto, ti
darò tanta ricchezza e tanta gloria da superare quella degli altri re.
14 Se mi sarai fedele, se osserverai le mie
leggi e i miei comandamenti come ha fatto tuo padre, io ti darò anche una
lunga vita.
15 Salomone si svegliò e
capì che Dio gli aveva parlato in sogno. Allora tornò a
Gerusalemme, andò davanti all'arca dell'alleanza, offrì vari
sacrifici e fece festa con tutti i suoi servi.
SALOMONE E' UN GIUDICE SAGGIO
16 Un giorno due prostitute
vennero dal re Salomone.
17 Una di loro
disse:
- Mio signore, ascoltami, ti prego. Io
abito insieme con questa donna e ho partorito mentre lei era in casa.
18 Tre giorni dopo, anche lei ha avuto un
bambino. Eravamo sole in casa, non c'era proprio nessun altro.
19 Una notte il bimbo di questa donna è
morto perché lei gli si è sdraiata sopra nel sonno.
20 Nel cuore della notte, mentre dormivo, lei si
è alzata. E' venuta a prendere mio figlio, che tenevo vicino a me, e l'ha
portato a dormire con sé Nel mio letto ha lasciato il bambino morto.
21 Al mattino, quando mi sono alzata per
allattare mio figlio, mi sono accorta che era morto. Poi ho guardato più
attentamente e ho visto che non era il bambino che avevo partorito io.
22 Ma l'altra donna
esclamò:
- Non è vero! Il bambino
vivo è mio, il tuo è quello
morto!
La prima
rispose:
- No! E' morto il tuo, quello vivo
è il mio!
Le due donne si misero a
litigare davanti al re.
23 Allora il re
disse:
- Dunque: una di voi dice che il bambino
vivo è suo figlio, l'altra sostiene il
contrario!
24-25 Mandò a prendere una
spada e ordinò:
- Tagliate in due il
bambino vivo e datene metà a ciascuna.
26
La prima donna si sentì gelare il sangue, perché il bambino vivo
era il suo, e gridò:
- Ti prego, signore,
da' pure a lei il bambino, ma non farlo
uccidere!
L'altra invece
rispose:
- No, non darIo né a me né
a lei. Fallo tagliare in due!
27 A questo punto
il re pronunziò il suo giudizio:
- Non
uccidete il bambino. Datelo alla prima donna: è lei la madre.
28 In Israele tutti vennero a conoscenza della
decisione presa dal re Salomone e provarono un profondo rispetto per lui. Si
erano resi conto che Dio stesso gli aveva dato la saggezza necessaria per
giudicare con giustizia.
CAPITOLO
4
I MINISTRI DI SALOMONE
1 Salomone era re di tutto il
popolo d'Israele.
2 Questi erano i suoi alti
funzionari: sacerdote: Azaria, figlio di Zadok;
3 segretari: Elicoref e Achia, figli di Sisa;
portavoce del re: Giosafat, figlio di Achilud;
4
comandante dell'esercito: Benaia, figlio di Ioiada; sacerdoti: Zadok ed Ebiatar;
5 capo dei prefetti delle province: Azaria,
figlio di Natan; consigliere particolare del re: il sacerdote Zabud, figlio di
Natan;
6 capo del palazzo reale: Achisar;
dirigente dei lavori obbligatori: Adoniram, figlio di Abda.
7 Inoltre Salomone aveva dodici prefetti, uno
per ogni regione d'Israele. Ciascuno di loro aveva il compito di provvedere al
mantenimento del re e della sua corte per un mese all'anno.
8 Questi sono i loro nomi il figlio di Cur per
la regione collinare di Efraim;
9 il figlio di
Deker per Makaz, Saalbim, Bet- Semes, Aialon e Bet- Canan;
10 il figlio di Chesed per Arubbot, Soco e tutta
la regione di Chefer;
11 il figlio di Abinadab
per la regione delle colline di Dor. Egli aveva sposato Tafet, una figlia di
Salomone;
12 Baana, figlio di Achilud, per il
territorio di Taanach e Meghiddo e la regione di Betsean. Questa regione si
trova vicino a Zartan, a sud di Izreel e si estende da Betsean fino ad
Abel-Mecola, oltre Iokneam;
13 il figlio di
Gheber per la città di Ramot di Galaad, i villaggi della regione di
Galaad appartenenti alla famiglia di Iair, discendente di Manasse, e per la
regione di Argob, sul pianoro di Basan. Questa regione comprendeva sessanta
grandi città circondate da mura, con porte fornite di spranghe di bronzo;
14 Achinadab, figlio di Iddo, per la regione di
Macanaim;
15 Achimaaz per il territorio di
Neftali. Anche lui aveva sposato una figlia di Salomone, di nome Bosmat;
16 Baana, figlio di Cusai, per il territorio di
Aser e Bealot;
17 Giosafat, figlio di Paruach,
per il territorio di Issacar.
18 Simei, figlio
di Ela, per il territorio di Beniamino.
19
Gheber, figlio di Uri, per la regione di Galaad, cioè i territori che una
volta appartenevano a Sicon, re degli Amorrei, e a Og, re di Basan. C'era un
prefetto nel territorio di Giuda.
BENESSERE DEL REGNO DI SALOMONE
20 Gli abitanti d'Israele e
della Giudea erano numerosi come la sabbia in riva al mare. Avevano da mangiare
e da bere in abbondanza e vivevano felici.
CAPITOLO
5
1 Il potere di Salomone si estendeva su tutti i
regni al di qua del fiume Eufrate, sul territorio dei Filistei e fino ai confini
dell'Egitto. I popoli di queste regioni rimasero sottomessi a Salomone per tutta
la sua vita e gli pagarono tributi.
2 Per
mantenere Salomone e la sua corte erano necessari ogni giorno circa sette
tonnellate di fior di farina e quattordici di farina comune,
3 dieci buoi ingrassati, venti buoi da pascolo e
cento pecore, oltre a cervi, gazzelle, antilopi e oche grasse.
4 Salomone esercitava il suo potere su tutta la
regione a ovest del fiume Eufrate, da Tifsach a Gaza. Tutti i re a ovest
dell'Eufrate gli erano sottomessi, ed egli era in pace con i popoli confinanti.
5 Per tutta la vita di Salomone gli abitanti
d'Israele vissero in pace, da Dan a nord fino a Bersabea a sud. Ognuno curava la
sua vigna e il suo orto.
6 Nelle stalle di
Salomone c'era posto per quarantamila cavalli che servivano per i suoi carri.
Egli aveva anche dodicimila cavalli da sella.
7
I dodici prefetti, un mese ciascuno, fornivano il necessario per mantenere
Salomone e tutti quelli della sua corte. Non facevano mai mancare niente.
8 I prefetti, ciascuno secondo le disposizioni
ricevute, facevano portare anche orzo e foraggio, per i cavalli da sella e da
tiro, là dove ce n'era bisogno.
LA SAGGEZZA DI SALOMONE
9 Dio diede a Salomone
profonda saggezza, grande intelligenza e vasta cultura.
10 Così la sua sapienza fu superiore a
quella dei popoli dell'Egitto.
11 Fu davvero il
più saggio degli uomini: più di Etam l'Ezrachita, più di
Eman, di Calcal e di Darda, figli di Macol. La sua fama si sparse in tutti i
popoli vicini.
12 Salomone pronunziò
tremila proverbi e compose millecinque canti.
13
Parlò di ogni tipo di pianta, dal cedro del Libano all'issopo che cresce
sui muri. Parlò di quadrupedi, di uccelli, di rettili e di pesci.
14 Gente di ogni nazione veniva ad ascoltare i
suoi discorsi pieni di saggezza. Re di tutto il mondo sentirono parlare della
sua saggezza e mandarono gente ad ascoltarlo.
SALOMONE PREPARA LA COSTRUZIONE DEL TEMPIO
(vedi 2 Cronache 2, 2-
15)
15 Chiram, re di Tiro, era sempre stato amico
di Davide. Quando seppe che Salomone era stato consacrato re dopo suo padre
Davide, gli mandò i suoi ambasciatori.
16
A sua volta Salomone mandò questo messaggio a
Chiram
17 «Tu sai che mio padre Davide non
poteva costruire un tempio consacrato al Signore suo Dio perché doveva
combattere continuamente con i popoli vicini. Alla fine, però, il Signore
gli ha dato la vittoria su tutti i suoi nemici.
18 Ora il Signore, mio Dio, mantiene la pace su
tutte le frontiere del mio regno. Non ho nemici, non temo attacchi.
19 Perciò ora ho intenzione di costruire
un tempio consacrato al Signore, mio Dio. Infatti egli disse a mio padre Davide:
"Dopo di te io farò regnare tuo figlio; sarà lui a costruirmi un
tempio!".
20 Perciò ti chiedo di far
tagliare per me legname di cedro del Libano. I miei servi potranno collaborare
con i tuoi. Darò ai tuoi uomini la paga che vorrai, perché, come
sai bene, da noi non c'è nessuno tanto esperto nel taglio degli alberi
come voi Fenici».
21 Quando il re Chiram
ricevette il messaggio di Salomone, fu molto contento e disse: «Sia lodato
il Signore che ha dato a Davide un figlio tanto saggio per governare il numeroso
popolo d'Israele!».
22 Poi Chiram
mandò a dire a Salomone: «Ho ricevuto la tua richiesta. Posso
fornirti tutto il legname di cedro e di pino che desideri.
23 I miei servi trasporteranno i tronchi dal
Libano fino al mare. Con quei tronchi faranno delle zattere per trasportarli,
via mare, fino al posto che mi indicherai. Qui le zattere saranno disfatte e tu
potrai ritirare il legname. In cambio vorrei ricevere da te dei viveri per la
mia corte».
24 Così Chiram
fornì a Salomone tutto il legname di cedro e di pino che gli serviva.
25 Ogni anno Salomone dava a Chiram seimila
tonnellate di grano e ottomila litri di olio purissimo per la sua corte.
26 Come aveva promesso, il Signore diede grande
saggezza a Salomone. Così Salomone mantenne sempre buoni rapporti con
Chiram; i due fecero anche un'alleanza.
SALOMONE ORGANIZZA I LAVORI OBBLIGATORI
(vedi 2 Cronache 1, 18; 2, 1.
16- 17)
27 Il re Salomone organizzò in
Israele dei lavori obbligatori, ai quali dovettero partecipare trentamila
uomini.
28 Ogni mese Salomone mandava in Libano
una squadra di diecimila uomini. Così lavoravano un mese in Libano e poi
potevano tornare due mesi a casa loro. Adoniram era il sovrintendente ai lavori
obbligatori.
29 Salomone aveva ottantamila
tagliapietre all'opera in montagna e settantamila uomini di fatica.
30 A questi si aggiungevano tremila funzionari,
dipendenti dai prefetti di Salomone; sorvegliavano i lavori e dirigevano gli
operai.
31 Il re ordinò di estrarre e
squadrare grandi pietre di ottima qualità per le fondamenta del tempio.
32 Gli operai di Chiram, quelli di Salomone e
quelli provenienti dalla città di Biblos le squadrarono. Essi prepararono
anche tutte le pietre e il legname per la costruzione dell'edificio.
CAPITOLO 6
LA COSTRUZIONE DEL TEMPIO
(vedi 2 Cronache 3,
1-14)
1 Salomone diede inizio alla costruzione
del tempio nel quarto anno di regno, nel secondo mese, il mese di Ziv. Erano
passati quattrocentottant'anni da quando gli Israeliti erano usciti dall'Egitto.
2 Il tempio che il re Salomone fece costruire
era lungo trenta metri, largo dieci e alto quindici.
3 Davanti alla grande sala del tempio c'era un
atrio largo dieci metri (aveva la stessa larghezza del tempio) e profondo cinque
metri.
4 Sulle pareti del tempio si fecero
finestre con delle grate.
5 Si costruì un
edificio a tre piani che circondava il tempio da tre lati. Era addossato alle
pareti della sala principale e del santuario.
6
Il piano più basso era largo due metri e mezzo, quello centrale tre metri
e il terzo tre metri e mezzo, perché i muri del tempio si restringevano
ad ogni piano. In questo modo si evitava di incastrare le travi nei muri del
tempio.
7 Per costruire il tempio si usarono
pietre di cava già squadrate. Così, per tutta la durata dei
lavori, non si sentì mai il rumore di martelli, di picconi o di altri
attrezzi metallici.
8 L'ingresso al piano
più basso dell'edificio intorno al tempio si trovava sul lato destro.
C'erano delle scale interne che portavano al piano di mezzo e di lì a
quello superiore.
9 Così Salomone
costruì il tempio. Per terminarlo fece fare un soffitto con travi e assi
di cedro.
10 Ogni piano dell'edificio esterno
costruito a ridosso del tempio era alto due metri e mezzo. Le travi di legno di
cedro poggiavano sui muri del tempio.
11 Un
giorno il Signore parlò così a Salomone:
12 «Tu stai costruendo per me questo
tempio. Se vivrai secondo le mie leggi e i miei comandamenti, se osserverai i
miei ordini e li metterai in pratica allora realizzerò la promessa che ho
fatto a tuo padre Davide riguardo a te.
13 Io
abiterò in mezzo agli Israeliti e non abbandonerò mai il mio
popolo».
14 Così Salomone
portò a termine la costruzione del tempio.
L'INTERNO DEL TEMPIO
(vedi 2 Cronache 3, 8-
14)
15 Le pareti interne del tempio furono
rivestite con tavole di cedro dal pavimento fino al soffitto. Il pavimento fu
ricoperto con tavole di pino.
16 Nella parte
più interna del tempio, a dieci metri dal fondo, si costruì una
parete di tavole di cedro alta fino al soffitto. Lo spazio così ottenuto
era il santuario del tempio, detto luogo santissimo.
17 La sala principale del tempio, che stava
davanti al luogo santissimo, era lunga venti metri.
18 I rivestimenti di legno di cedro all'interno
del tempio erano scolpiti con disegni di frutti e di calici di fiori. Tutto era
di legno, non si vedeva neppure una pietra.
19
Il santuario in fondo al tempio era stato fatto per custodirvi l'arca
dell'alleanza del Signore.
20-22 Il santuario
era lungo dieci metri, largo dieci e alto dieci e tutto rivestito d'oro puro.
L'altare di cedro del santuario era rivestito d'oro, come anche tutto l'interno
del tempio. All'interno del santuario, anch'esso rivestito d'oro, furono poste
catene d'oro.
23 Nel santuario furono collocate
due figure alate di cherubini, scolpite in legno di ulivo, alte cinque metri.
24-26 Avevano tutt'e due la stessa forma e le
stesse dimensioni. Ogni cherubino era alto cinque metri e aveva due ali lunghe
due metri e mezzo. La distanza dalla punta di un'ala all'altra era dunque di
cinque metri.
27 I due cherubini furono
collocati nel santuario, uno di fianco all'altro, con le ali aperte. Le punte
delle ali più esterne sfioravano le pareti, mentre le altre due si
toccavano in corrispondenza del centro della stanza.
28 I due cherubini erano rivestiti d'oro.
29 Le pareti del tempio, sia interne che
esterne, furono decorate con incisioni di cherubini, palme e calici di fiori.
30 Anche i pavimenti della grande sala e della
cella furono rivestiti d'oro.
31 All'ingresso
del santuario fu posta una porta con due battenti di legno d'ulivo. Il frontone
e gli stipiti formavano una figura a cinque lati.
32 I due battenti erano decorati con incisioni
di cherubini, palme e calici di fiori. I battenti, i cherubini e le palme erano
ricoperti d'oro.
33 In modo simile si fece il
portone della sala principale. Esso aveva una struttura quadrangolare in legno
d'ulivo.
34 Aveva due battenti di legno di pino;
ogni battente era fatto di due ante girevoli.
35
I battenti vennero decorati con incisioni di cherubini, palme e calici di fiori.
Queste incisioni furono riempite d'oro.
36 Si
costruì un cortile interno, recintato da muri formati da uno strato di
travi di cedro ogni tre strati di pietre squadrate.
37 Le fondamenta del tempio del Signore furono
gettate nel quarto anno di regno di Salomone, nel secondo mese, il mese di Ziv.
38 Salomone impiegò sette anni a
costruire il tempio. Esso fu terminato in ogni particolare, secondo il progetto,
nel suo undicesimo anno di regno, nell'ottavo mese, il mese di Bul.
CAPITOLO 7
IL PALAZZO DI SALOMONE
1 Salomone si fece anche
costruire una reggia. Ci vollero tredici anni per portarla a termine.
2 Il primo edificio fu la "Casa della foresta
del Libano": era lungo cinquanta metri, largo venticinque e alto quindici. Aveva
quattro file di colonne di legno di cedro, su cui poggiavano travi anch'esse di
cedro.
3 Sul colonnato erano disposte tre file
di quindici stanze ognuna (in tutto 45 stanze), con soffitti di legno di cedro.
4 Sui lati della casa c'erano tre file di
finestre.
5 Le porte e i loro stipiti erano di
forma quadrangolare. A ogni finestra ne corrispondeva un'altra sul lato opposto,
per tutte e tre le file.
6 Si costruì
anche un edificio lungo venticinque metri, largo quindici. Sul davanti aveva un
atrio con delle colonne e un cornicione, perciò era chiamato "Sala delle
colonne".
7 Salomone fece poi costruire la "Sala
del trono", rivestita di pannelli di cedro dal pavimento al soffitto. Era
chiamata anche "Sala del giudizio", perché Salomone era solito
amministrarvi la giustizia.
8 L'abitazione del
re dava su un altro cortile, situato dietro la "Sala del trono". Era delIo
stesso stile. Così pure la casa che aveva costruito per sua moglie, la
figlia del faraone.
9 Tutte queste costruzioni,
dalle fondamenta ai cornicioni, compreso il cortile più grande, furono
fatte con pietre selezionate. Venivano squadrate su misura e segate sui due lati
che rimanevano in vista.
10 Per le fondamenta si
usarono grandi pietre squadrate di quattro o cinque metri.
11 Su di esse si costruiva con pietre lavorate,
tagliate su misura, e legname di cedro.
12 I
muri intorno al cortile più grande, come pure quelli del cortile del
tempio e dell'atrio del tempio, erano formati di tre strati di pietre squadrate
per ogni strato di travi di cedro.
LE DUE COLONNE DI BRONZO
(vedi 2 Cronache 3, 15-
17)
13 Salomone fece venire da Tiro un certo
Chiram,
14 figlio di una vedova della
tribù di Neftali. Suo padre era stato un artigiano di Tiro esperto nella
lavorazione del bronzo. Chiram era intelligente e abile e sapeva fare qualsiasi
lavoro in bronzo. Accettò l'offerta di Salomone e fabbricò tutti
gli oggetti in bronzo.
15 Chiram fece due
colonne di bronzo fuso, alte nove metri e con una circonferenza di sei.
16 Fece anche due capitelli di bronzo fuso da
mettere in cima alle colonne, alti entrambi due metri e mezzo.
17 Ornò i capitelli con decorazioni a
forma di catene intrecciate.
18 Tutt'attorno a
questi intrecci pose delle decorazioni a forma di melagrane, due file per ogni
colonna.
19 I capitelli terminavano a forma di
giglio. Questi gigli erano alti due metri e
20
poggiavano su una sporgenza sopra le decorazioni a forma di intreccio. Le
melagrane disposte attorno ai capitelli, su due file, erano duecento.
21 Le due colonne furono erette davanti al
tempio, una a destra e l'altra a sinistra dell'ingresso. Venivano chiamate
Iachin e Boaz.
22 Così fu portata a
termine la fabbricazione delle colonne, con i loro capitelli a forma di giglio.
LA VASCA DI BRONZO
(vedi 2 Cronache 4, 2-
5)
23 Chiram fabbricò una grande vasca di
bronzo profonda due metri e mezzo, col diametro di cinque e la circonferenza di
quindici circa. Era chiamata "il Mare".
24 Sul
bordo esterno della vasca c'erano decorazioni a forma di frutti, fuse insieme
alla vasca. Ce n'erano venti per metro, su due file.
25 La vasca poggiava su dodici tori di bronzo,
disposti con la testa verso l'esterno e la schiena verso il centro della vasca.
Tre erano orientati verso nord, tre verso sud, tre verso est e tre verso ovest.
26 La vasca aveva Io spessore di un palmo e
l'orIo come quello di una coppa, a forma di giglio. Conteneva circa ottantamila
litri d'acqua.
I CARRELLI DI BRONZO
27 Chiram fece anche dieci
carrelli di bronzo per trasportare vasche d'acqua, lunghi due metri, larghi due
e alti uno e mezzo.
28 Erano composti di
pannelli rettangolari montati su un'intelaiatura.
29 Su questi pannelli erano scolpite file di
leoni, di tori e di cherubini. Sull'intelaiatura, sopra e sotto i leoni ed i
tori, c'erano dei fregi a forma di spirale.
30
Ogni carrelIo aveva quattro ruote di bronzo che giravano su assi di bronzo. Ai
quattro angoli del carrelIo c'erano bracci di bronzo fuso per sostenere una
vasca, decorati con disegni
a spirale.
31 Dalla parte superiore del carrelIo sporgeva
di cinquanta centimetri verso l'alto
un'imboccatura rotonda del diametro di
settantacinque centimetri, sulla quale si appoggiava la vasca.
32 Le quattro ruote, alte ognuna settantacinque
centimetri, si trovavano sotto i pannelli, e i loro assi facevano corpo col
carrello.
33 Le ruote dei carrelli erano fatte
come quelle dei carri; avevano assi, mozzi, raggi e cerchi di bronzo.
34 Agli angoli del carrelIo c'erano quattro
bracci che formavano un tutt'uno con il carrello.
35 In cima a ogni carrelIo c'era una fascia
circolare di venticinque centimetri con delle maniglie e dei pannelli di bronzo
che facevano corpo con essa.
36 Sui pannelli
Chiram scolpì dei cherubini, dei leoni, delle palme su tutta la
superficie disponibile e tutt'intorno fece dei fregi a spirale.
37 Così furono fatti i dieci carrelli; la
fusione, la forma e le dimensioni erano le stesse per tutti.
38 Chiram fece anche dieci vasche di bronzo
fuso, una per ogni carrello. Avevano due metri di diametro e contenevano circa
milleseicento litri.
39 I carrelli con le vasche
furono collocati nel tempio, cinque sulla destra e cinque sulla sinistra. Anche
la grande vasca, detta "il Mare", fu posta nel tempio, a destra, verso sud-est.
LISTA DEGLI OGGETTI DEL TEMPIO
(vedi 2 Cronache 4, 11- 5,
1)
40 Chiram fabbricò anche: vasi per la
cenere, palette e bacinelle per le aspersioni. Questo è l'elenco di tutti
gli oggetti destinati al tempio che Chiram fabbricò per incarico del re
Salomone:
41 due colonne, due capitelli rotondi
in cima alle colonne, due intrecci di catene per decorare i capitelli,
42 quattrocento melagrane, disposte su due file
sugli intrecci dei capitelli,
43 dieci vasche,
con i carrelli per trasportarle,
44 una grande
vasca detta "il Mare" e i dodici tori di bronzo fuso su cui poggiava,
45 vasi per la cenere, palette e bacinelle.
Tutti questi oggetti per il tempio, fatti da Chiram per ordine di Salomone,
erano in bronzo lucidato.
46 Il re Salomone fece
fare le fusioni nella pianura del Giordano, in un terreno argilloso fra Succot e
Zartan.
47 Egli ordinò poi di collocare
nel tempio tutti gli oggetti di bronzo: erano tanti che non furono mai pesati.
48 Salomone fece anche costruire tutti gli
arredi d'oro del tempio: l'altare, la tavola dei pani,
49 dieci candelabri che stavano davanti al
santuario, cinque a destra e cinque a sinistra; inoltre fiori, lampade,
spegnitoi,
50 coppe, smoccolatoi, bacinelle per
l'aspersione, mestoli, bracieri, i cardini per le porte del tempio e del luogo
santissimo. Tutti questi oggetti erano d'oro.
51
Quando Salomone ebbe finito tutti i lavori per il tempio del Signore, fece
trasportare nei magazzini del tempio l'oro e l'argento che suo padre Davide
aveva dedicato al Signore. Lì furono collocati anche gli oggetti che
aveva fatto costruire.
CAPITOLO
8
TRASPORTO DELL'ARCA NEL TEMPIO
(vedi 2 Cronache 5, 2- 6, 2)
1 Allora il re Salomone convocò a
Gerusalemme tutte le autorità d'Israele, i capi delle famiglie degli
Israeliti. Si doveva infatti trasportare l'arca dell'alleanza del Signore dalla
Città di Davide, chiamata anche Sion, al tempio.
2 Tutti gli Israeliti si riunirono in presenza
del re per la festa che si celebra nel settimo mese, il mese di Etanim.
3-4 Quando le autorità d'Israele furono
giunte, i sacerdoti sollevarono l'arca. insieme con i leviti la trasportarono
fino al tempio, con la tenda del convegno e con i suoi oggetti sacri.
5 Il re Salomone e l'assemblea degli Israeliti
si riunirono davanti all'arca e offrirono in sacrificio un numero incalcolabile
di pecore e buoi.
6 Poi i sacerdoti introdussero
l'arca dell'alleanza del Signore nel santuario del tempio, nel luogo santissimo,
e la collocarono sotto le ali dei cherubini.
7
Le ali aperte dei cherubini, infatti, coprivano l'arca e le stanghe che
servivano a trasportarla.
8 Esse erano molto
lunghe, perciò chi stava davanti al luogo santissimo poteva vederne le
estremità. Da altri punti non si vedevano. Ancor oggi, tutto è
come allora.
9 L'arca conteneva solo le due
tavole di pietra che Mosè vi aveva messo al monte Oreb. Erano le tavole
dell'alleanza fatta dal Signore con il popoIo d'Israele quando esso uscì
dall'Egitto.
10 Dopo che i sacerdoti furono
usciti dal luogo santo, la nube riempì il tempio.
11 I sacerdoti non poterono continuare le loro
funzioni, perché la presenza del Signore riempiva il tempio.
12 Allora Salomone esclamò: «Tu, o
Signore, avevi deciso di abitare nell'oscurità della nube.
13 Ora ho costruito per te un tempio maestoso,
un bel luogo dove potrai abitare per sempre».
DISCORSO DI INAUGURAZIONE DEL TEMPIO
(vedi 2 Cronache 6, 3-
11)
14 L'assemblea degli Israeliti assisteva in
piedi. Il re Salomone si voltò verso di loro e pronunziò questa
benedizione:
15 «Benedetto il Signore, Dio
d'Israele! Egli ha realizzato quello che aveva promesso a mio padre Davide!
Infatti gli aveva detto:
16 "Io ho fatto uscire
il mio popolo dall'Egitto, ma da allora non ho scelto nessuna città
d'Israele per costruire un tempio dove manifestare la mia presenza. Ora ho
scelto te, Davide, come capo d'Israele, il mio popolo!".
17 «Mio padre Davide, - continuò
Salomone, - aveva intenzione di costruire un tempio consacrato al Signore, Dio
d'Israele,
18 ma il Signore gli disse: Hai fatto
bene a pensare di costruire un tempio in mio onore.
19 Non sarai tu, però, a realizzare
questo progetto. Sarà tuo figlio da te generato a costruire il mio
tempio.
20 «Il Signore ha realizzato la sua
promessa. Io sono diventato re dopo mio padre Davide, sono salito sul trono
d'Israele come aveva detto il Signore, e ho costruito il tempio consacrato al
Signore, Dio d'Israele.
21 Nel tempio ho
preparato un posto per custodire l'arca del Signore che contiene il documento
dell'alleanza conclusa con i nostri padri, quando li fece uscire
dall'Egitto».
LA PREGHIERA DI SALOMONE
(vedi 2 Cronache 6,
12-42)
22 Alla presenza dell'assemblea d'Israele,
Salomone si mise in piedi davanti all'altare del Signore, stese le braccia verso
il cielo e
23 pregò
così:
«Signore, Dio d'Israele; non
c'è nessun altro dio come te né lassù in cielo, né
quaggiù in terra! Tu mantieni l'alleanza fatta con i tuoi servi e li
tratti con amore quando vivono sinceramente come tu vuoi.
24 Tu hai mantenuto le promesse fatte a mio
padre Davide, tuo servo. Oggi hai compiuto quel che avevi annunziato.
25 Ora, Signore, Dio d'Israele, mantieni anche
quest'altra promessa. Hai detto a mio padre Davide: "Se i tuoi discendenti mi
saranno sempre fedeli nella loro vita, come hai fatto tu, uno di loro
sarà sempre a capo d'Israele".
26 Ti
prego, Dio d'Israele, fa' che si avveri tutto quel che hai promesso a mio padre
Davide.
27 «O Dio, com'è possibile
che tu abiti sulla terra? In realtà né i cieli, né
l'universo intero ti possono contenere; tanto meno questo tempio che ho
costruito!
28 Accogli la mia preghiera e la mia
supplica. Signore, mio Dio, ascolta il grido e la preghiera che io, tuo servo,
ti rivolgo oggi.
29 Custodisci giorno e notte
questo tempio, questa casa dove hai scelto di manifestare la tua presenza.
Ascoltami quando ti pregherò rivolto verso questo luogo.
30 Ascolta le preghiere che io e il tuo popolo
ti faremo rivolti verso questo luogo. Ascolta di lassù, dal cielo, dove
abiti. Ascolta e perdona.
31 Quando un uomo fa
del male a un altro, se entrambi vengono nel tuo tempio, qui al tuo altare, a
giurare che sono innocenti,
32 tu, o Signore,
ascolta dal cielo. Intervieni, giudica tu stesso fra i tuoi servi: riconosci il
colpevole e l'innocente. Fa' ricadere sul colpevole il male che ha fatto e
all'innocente rendi giustizia.
33 «Quando
il tuo popolo verrà sconfitto dai nemici per aver peccato contro di te,
se ritornerà a te e invocherà il tuo nome, se ti pregherà e
ti supplicherà in questo tempio,
34 tu, o
Signore, ascolta dal cielo. Perdona il peccato d'Israele, tuo popolo, e fallo
tornare nella terra che hai dato ai suoi padri.
35 «Quando gli Israeliti saranno colpiti
dalla siccità per aver peccato contro di te, se essi ti pregheranno
rivolti verso questo luogo e ti invocheranno, se capiranno che tu li hai
umiliati e si pentiranno dei loro peccati,
36 o
Signore, ascolta dal cielo. Perdonali, insegna loro a fare il bene e manda di
nuovo la pioggia sulla terra, che è tua e che tu hai dato loro in
possesso.
37 «Quando nella nostra terra ci
saranno carestie o epidemie, quando i raccolti verranno distrutti da malattie o
da invasioni di insetti, quando il nemico assedierà le città o
capiteranno disgrazie,
38-39 se essi capiscono
veramente che tu li hai castigati e ti pregano con le braccia tese verso questo
luogo, o Signore, ascolta dal cielo. Ascolta tutte le preghiere e le invocazioni
di ogni persona del tuo popolo. Dal cielo, dal luogo dove tu abiti, perdona,
intervieni, tratta ognuno secondo il suo comportamento, tu che conosci anche le
sue intenzioni. Tu solo, infatti, conosci a fondo il cuore dell'uomo.
40 Così essi ti saranno fedeli per tutta
la loro vita, nella terra che hai dato ai nostri padri.
41-42 «Quando uno straniero, uno che non
appartiene al tuo popolo, verrà da una terra lontana a pregarti in questo
luogo perché avrà sentito parlare della tua gloria e delle grandi
cose che hai fatto, tu, o Signore,
43 ascoltalo
dal cielo, dal luogo dove abiti. Esaudisci ogni richiesta dello straniero.
Così, tutti i popoli della terra ti conosceranno, ti ubbidiranno come il
popolo d'Israele e sapranno che tu sei adorato in questo tempio che ho fatto
costruire.
44 «Quando gli uomini del tuo
popolo si troveranno a combattere là dove tu li avrai mandati, se ti
pregheranno rivolti alla città che hai scelto per te e a questo tempio
che ho fatto costruire in tuo onore,
45 tu, o
Signore, ascolta dal cielo la loro preghiera e la loro supplica e concedi loro
la vittoria.
46 «Quando gli Israeliti
peccheranno contro di te, - chi non ha mai peccato? - e tu reagirai duramente e
li farai cadere nelle mani dei loro nemici e questi li deporteranno in una terra
ostile, lontana o vicina,
47 se essi, nella
regione dove saranno esiliati, si pentiranno, ritorneranno a te e ti diranno in
preghiera: "Abbiamo peccato, abbiamo sbagliato, siamo malvagi!", tu, o Signore,
ascoltali.
48 Se, nella terra dove saranno
prigionieri, torneranno a te con tutto il cuore e ti pregheranno rivolti verso
la loro terra, quella che tu hai dato ai loro padri, rivolti verso la
città che hai scelto perché fosse tua, ed è questo tempio
che ho fatto costruire in tuo onore,
49
ascoltali dal cielo, dal luogo dove abiti. Accogli le loro preghiere e le loro
suppliche e trattali con giustizia.
50 Perdona i
loro peccati e le loro colpe e spingi quelli che li tengono prigionieri ad avere
misericordia.
51 Essi sono il tuo popolo, ti
appartengono, tu stesso li hai fatti uscire dall'Egitto, da quella spaventosa
oppressione.
52 «Accogli con favore le
preghiere del re e d'Israele, tuo popolo. Ascoltali quando ti invocano.
53 Infatti tu li hai scelti fra tutti i popoli.
Come hai detto per bocca di Mosè, tuo servo, quando hai fatto uscire i
nostri padri dall'Egitto, essi appartengono solo a te, Signore, nostro
Dio!».
SALOMONE INVOCA LA BENEDIZIONE DEL SIGNORE
54 Salomone era rimasto
inginocchiato davanti all'altare del Signore, con le mani levate verso il cielo.
Quando ebbe terminato di pregare, si alzò in piedi.
55 Con voce forte invocò la benedizione
del Signore su tutta l'assemblea riunita:
56
«Ti benediciamo, o Signore! Come avevi promesso, tu hai dato pace e
tranquillità a Israele, tuo popolo. Neppure una delle grandi promesse che
avevi fatto per mezzo di Mosè, tuo servitore, è andata a vuoto.
57 O Signore, nostro Dio, rimani con noi come
hai fatto con i nostri padri; non respingerci e non abbandonarci mai!
58 Dirigi verso di te i nostri pensieri,
così potremo vivere come tu vuoi e osservare i comandamenti, le leggi e
gli ordini che hai dato ai nostri padri.
59 O
Signore, ricordati giorno e notte di quel che ho chiesto in preghiera. Proteggi
il re e il suo popolo, ogni giorno secondo le loro necessità.
60 Così tutti i popoli della terra si
accorgeranno che solo il Signore è Dio, lui e nessun altro.
61 E voi, siate sempre fedeli al Signore nostro
Dio, mettete in pratica le sue leggi e i suoi comandamenti, come fate
oggi».
LA CONSACRAZIONE DEL TEMPIO
(vedi 2 Cronache 7,
4-10)
62 Il re Salomone e tutti gli Israeliti
riuniti con lui offrirono sacrifici al Signore.
63 Salomone offrì al Signore, come
sacrificio di comunione, ventiduemila buoi e centoventimila pecore. In questo
modo Salomone e gli Israeliti consacrarono il tempio al Signore.
64 Lo stesso giorno Salomone consacrò
come luogo per i sacrifici anche la parte centrale del cortile che sta davanti
al tempio del Signore. Qui offrì sacrifici completi, offerte vegetali e
il grasso degli animali da mangiarsi nel banchetto sacro. Infatti l'altare di
bronzo che si trovava davanti al Signore era troppo piccolo per tutti questi
sacrifici.
65 In quella circostanza Salomone
celebrò anche la festa delle Capanne. Si radunò attorno a lui
moltissima gente, venuta da ogni parte, dal passo di Camat, a nord, fino al
torrente d'Egitto, a sud. Rimasero alla presenza del Signore sette giorni, e poi
ancora altri sette, in tutto quattordici giorni.
66 Alla fine Salomone sciolse l'assemblea. Il
popolo invocò la benedizione di Dio su Salomone. La gente tornò
alle proprie case lieta e contenta per tutto il bene che Dio aveva fatto al suo
servitore Davide e a Israele, suo popolo.
CAPITOLO 9
IL SIGNORE APPARE DI NUOVO A SALOMONE
(vedi 2 Cronache 7, 11- 22)
1 Quando Salomone ebbe terminata la costruzione
del tempio e della reggia ed ebbe realizzato anche gli altri progetti che gli
stavano a cuore,
2 il Signore gli apparve una
seconda volta, com'era già accaduto al santuario di Gabaon.
3 Il Signore gli disse: «Ho ascoltato le
preghiere che mi hai rivolto. Tu hai costruito questo tempio e desideri che
diventi il luogo della mia presenza. Io faccio mio questo tempio. Ogni giorno
terrò fissi su questo tempio i miei occhi e la mia mente.
4 Se ti comporterai con me come faceva tuo padre
Davide, con sincerità e lealtà, e se metterai in pratica le mie
leggi e i miei comandamenti,
5 tu e i tuoi
discendenti sarete per sempre i re d'Israele. Questo è quel che ho
promesso a tuo padre Davide. Infatti gli ho detto: Ci sarà sempre uno dei
tuoi sul trono d'Israele.
6 Ma se voi e i vostri
figli vi allontanerete da me e non metterete più in pratica i
comandamenti e le leggi che vi ho dato e andrete dietro ad altri dèi; se
li adorerete e li servirete,
7 allora
caccerò il popolo d'Israele dalla terra che gli ho dato. Farò a
meno anche di questo tempio, che ho fatto mio. Israele diventerà la
favola e lo zimbello di tutti i popoli.
8 Questo
tempio sarà ridotto a un mucchio di rovine e tutti quelli che passeranno
di qui esclameranno stupiti: "Perché il Signore ha trattato così
questa terra e questo tempio?".
9 Allora la
gente risponderà: "Gli Israeliti hanno abbandonato il Signore, loro Dio,
che aveva fatto uscire dall'Egitto i loro padri. Si sono legati ad altri
dèi, li hanno adorati e serviti. Per questo il Signore ha mandato su di
loro questa rovina».
ACCORDI DI SALOMONE CON CHIRAM
(vedi 2 Cronache 8,
1-2)
10 Ci vollero vent'anni per costruire il
tempio e la reggia.
11 Chiram, re di Tiro, aveva
fornito a Salomone tutto il legname di cedro e di pino e tutto l'oro che
Salomone aveva voluto. In cambio, Salomone diede a Chiram venti villaggi della
regione della Galilea.
12 Allora Chiram
partì da Tiro per andare a ispezionare i villaggi che Salomone gli
offriva, ma non ne fu soddisfatto.
13 Disse a
Salomone: «Fratello, sarebbero questi i villaggi che vuoi darmi?». Per
questa frase di Chiram, ancora oggi quella regione si chiama Cabul ("come
niente").
14 Chiram aveva fornito a Salomone
più di quattro tonnellate d'oro.
ALTRE REALIZZAZIONI DI SALOMONE
(vedi 2 Cronache 8, 13-
18)
15 Per costruire il tempio del Signore, la
reggia, il terrapieno del Millo, le mura di Gerusalemme e le città di
Azor, Meghiddo e Ghezer, Salomone impose dei lavori obbligatori.
16 Il faraone, re d'Egitto, aveva fatto una
spedizione e aveva conquistato la città di Ghezer. L'aveva incendiata e
aveva distrutto la popolazione cananea che vi abitava. Quando sua figlia
sposò Salomone, il faraone le diede questa città in dote.
17 Salomone, poi, la fece ricostruire insieme a
Bet- Oron inferiore,
18 Balaat, Tamar, nel
deserto di Giuda.
19 Fece costruire anche alcune
città- deposito per le scorte, e altre dove teneva i suoi carri e i suoi
cavalli. Salomone costruì tutto quello che desiderava, a Gerusalemme, nel
Libano e in tutto il territorio del suo regno.
20-21 Per i lavori obbligatori, Salomone
utilizzò i discendenti di quelle popolazioni che gli Israeliti non
avevano potuto destinare allo sterminio. Questa gente era quel che rimaneva
degli Amorrei, degli Ittiti, dei Perizziti, degli Evei e dei Gebusei; tutte
popolazioni non israelite. Essi sono schiavi ancora oggi.
22 Salomone non fece mai schiavo nessuno degli
Israeliti. Essi prestavano servizio come suoi guerrieri, funzionari, ministri,
scudieri, capi dei suoi cavalieri e dei suoi carri.
23 I sorveglianti responsabili dei lavori edili
di Salomone che dirigevano gli operai erano centocinquanta.
24 Salomone fece poi costruire il terrapieno del
Millo, quando sua moglie, la figlia del faraone, si trasferì dalla
Città di Davide al palazzo che Salomone le aveva fatto costruire.
25 Tre volte l'anno, Salomone offriva vari
sacrifici sull'altare che aveva costruito per il Signore e bruciava incenso
sull'altare che si trovava davanti al Signore così portò a termine
il tempio.
26 Salomone fece costruire anche una
flotta di navi in Ezion- Gheber, vicino a Elat, sulle rive del mar Rosso, nella
regione di Edom.
27 Chiram mandò alcuni
suoi marinai, molto esperti nella navigazione, a lavorare con quelli di
Salomone.
28 Insieme si spinsero fino a Ofir,
dove presero e portarono a Salomone più di quattordici tonnellate d'oro.
CAPITOLO 10
LA VISITA DELLA REGINA DI SABA
(vedi 2 Cronache 9, 1-12)
1 La regina di Saba, udita la fama di Salomone,
venne da lui per mettere alla prova la sua sapienza con alcuni enimmi.
2 Si recò a Gerusalemme accompagnata da
un grande corteo, con molti cammelli carichi di profumi, oro in abbondanza e
pietre preziose. Andò da Salomone e lo interrogò su tutti i
problemi che la interessavano.
3 Il re Salomone
rispose a tutte le sue domande; non c'era niente che non sapesse, poteva
risolvere qualunque problema.
4 La regina di
Saba si rese conto della saggezza di Salomone, vide il suo palazzo,
5 i cibi della sua tavola, le abitudini dei suoi
ministri, l'organizzazione dei suoi funzionari e le loro divise, i maggiordomi e
i sacrifici che Salomone offriva nel tempio. Di fronte a tutto questo, per
l'ammirazione restò senza parole.
6
Allora disse al re Salomone: «Era proprio vero quel che avevo sentito dire
nella mia terra su di te e sulla tua saggezza!
7
Io non potevo crederci, ma ora sono venuta e l'ho visto con i miei occhi. Non mi
avevano raccontato neppure metà di quel che vedo. La tua saggezza e la
tua prosperità sono molto più grandi di quel che mi era stato
riferito.
8 Beate le tue mogli e i tuoi
funzionari, che stanno sempre qui con te e possono ascoltare i tuoi discorsi
pieni di saggezza!
9 Sia benedetto il Signore,
il tuo Dio, che ti ha voluto a capo d'Israele. Il Signore ha manifestato per
Israele il suo amore senza fine quando ti ha fatto re perché tu mantenga
la legge e la giustizia».
10 Poi la regina
di Saba regalò a Salomone più di duecentotrenta quintali d'oro,
una gran quantità di profumi e pietre preziose. Nessuno ha mai regalato
tanti profumi, quanti ne diede la regina a Salomone.
11 Inoltre, la flotta di Chiram, che trasportava
l'oro da Ofir, portò legname pregiato e grandi quantità di pietre
preziose.
12 Con questo legname il re fece
fabbricare delle ringhiere per il tempio e per la reggia, cetre e arpe per i
suoi musicisti. Non fu mai più portato legno come quello. Da allora non
se n'è più visto.
13 Il re
Salomone diede alla regina di Saba tutto quel che lei desiderava; aggiunse anche
altri regali, con la generosità che gli era propria. Poi la regina di
Saba fece ritorno alla sua terra con tutto il suo seguito.
Salomone riceve la regina Saba
LE RICCHEZZE DI SALOMONE
(vedi 2 Cronache 9, 13-
28)
14 Ogni anno entravano nelle casse di
Salomone circa trentamila chili d'oro,
15 senza
contare le tasse pagate dai mercanti, il ricavato dei traffici commerciali e i
tributi dei re dell'occidente e dei governatori dei distretti d'Israele.
16 Salomone fece fabbricare duecento grandi
scudi, ricoperti d'oro battuto. Furono necessari circa sette chili d'oro per
ogni scudo.
17 Ne fece fare anche altri trecento
più piccoli, sempre ricoperti d'oro battuto. Per ognuno ci vollero quasi
due chilogrammi d'oro. Gli scudi vennero collocati nella "Casa della Foresta del
Libano".
18 Salomone fece costruire anche un
grande trono decorato d'avorio e ricoperto d'oro purissimo.
19 Sei gradini portavano al trono, che aveva uno
schienale rotondo. Accanto ai due braccioli c'erano due figure di leoni.
20 C'erano anche sei leoni per parte, ai lati
degli scalini. In nessun regno è mai esistito un trono simile.
21 Tutte le coppe del re Salomone erano d'oro.
Anche tutte le stoviglie della "Casa della Foresta del Libano" erano d'oro puro.
Non c'erano oggetti d'argento, perché al tempo di Salomone non era
considerato prezioso.
22 Oltre alla flotta di
Chiram, Salomone poteva disporre anche di navi d'alto mare. Ogni tre anni queste
navi tornavano cariche d'oro, argento, avorio, scimmie, pavoni.
23 Per le sue ricchezze e per la sua saggezza,
Salomone fu il più grande di tutti i re della terra.
24 Gente d'ogni paese desiderava venire a
conoscere la saggezza che Dio gli aveva dato.
25
Anno dopo anno, tutti quelli che venivano da lui gli portavano dei regali:
oggetti d'argento e d'oro, vestiti, armi, profumi, cavalli e muli.
26 Salomone organizzò una cavalleria di
millequattrocento carri e dodicimila cavalieri. Alcuni stavano vicino al re, a
Gerusalemme, gli altri nelle città a loro assegnate.
27 Durante il regno di Salomone, a Gerusalemme,
l'argento era comune come i sassi e il legname pregiato come gli alberi di
sicomori che crescono nella pianura di Sefela.
28 I cavalli di Salomone provenivano da Mizraim
o da Kue, dove i suoi mercanti li compravano.
29
I mercanti di Salomone curavano l'importazione dei cavalli per i re Ittiti e
Aramei. Un carro importato da Mizraim costava seicento pezzi d'oro e un cavallo
centocinquanta.
CAPITOLO
11
SALOMONE NON E' FEDELE AL SIGNORE
1 Il re Salomone amò
molte donne straniere. Oltre alla figlia del faraone d'Egitto, sposò
donne moabite, ammonite, idumee, ittite e di Sidone.
2 Il Signore aveva proibito agli Israeliti
matrimoni con gente di altri popoli, perché li avrebbero spinti ad
adorare i loro dèi. Proprio a causa dei suoi amori, Salomone finì
per legarsi a questi dèi.
3 Salomone
sposò settecento principesse ed ebbe trecento concubine. Le sue donne lo
allontanarono da Dio e,
4 quando fu vecchio, lo
spinsero ad adorare altri dèi. A differenza di suo padre, il suo cuore
non fu più tutto per il Signore, suo Dio.
5 Andò dietro ad Astarte, dea degli
abitanti di Sidone, e a Milcom, l'abominevole dio degli Ammoniti.
6 Egli andò contro la volontà del
Signore e non lo seguì con la stessa fedeltà di suo padre Davide.
7 Costruì persino un santuario in onore
di Camos, l'abominevole dio dei Moabiti, sul monte di fronte a Gerusalemme, e un
altro in onore di Moloc, l'abominevole dio degli Ammoniti.
8 Fece così perché le sue donne
straniere volevano bruciare incenso o fare sacrifici ai loro dèi.
9-10 Anche se il Signore gli era apparso due
volte e gli aveva ordinato di non adorare dèi di altri popoli, Salomone
non gli ubbidì e si allontanò da lui. Allora il Signore si
adirò contro di lui e gli disse:
11
«Non sei stato fedele alla mia alleanza e hai trasgredito i miei
comandamenti. Siccome ti sei comportato così, ti toglierò il regno
e lo darò a uno dei tuoi sudditi.
12
Tuttavia, per amore di tuo padre Davide, non lo farò subito, mentre sei
ancora vivo; toglierò il regno a tuo figlio.
13 Tuttavia gli lascerò una tribù.
Per amore del mio servitore Davide e di Gerusalemme, la città che ho
scelto per me, non eliminerò completamente il suo regno».
I NEMICI DI SALOMONE
14 Il Signore spinse Adad,
della famiglia reale di Edom, a mettersi contro Salomone.
15-16 Molto tempo prima, Davide aveva
conquistato Edom. Ioab, comandante del suo esercito, era andato a seppellire i
caduti e poi era rimasto ancora sei mesi in Edom per uccidere tutti i maschi
della regione.
17 A quell'epoca Adad era ancora
un ragazzo, ma era riuscito a fuggire verso l'Egitto con alcuni servi edomiti di
suo padre.
18 Erano partiti da Madian ed erano
andati a Paran; li avevano preso con loro altra gente. Poi erano andati in
Egitto, dal faraone. Il faraone assicurò il vitto ad Adad e gli diede
casa e terreni.
19 Il faraone prese in simpatia
Adad, e gli diede in moglie una sua cognata, sorella della regina Tafni.
20 Adad ebbe poi un figlio da lei, chiamato
Ghenubat, che fu allevato dalla regina Tafni, nel suo palazzo, assieme ai figli
del faraone.
21 Quando, in Egitto, Adad venne a
sapere che Davide e Ioab, il comandante del suo esercito, erano morti, disse al
faraone:
- Lasciami partire, voglio tornare nella
mia terra.
22 Il faraone gli
rispose:
- Ti ho fatto mancare qualche cosa? E'
per questo che vuoi tornare alla tua terra?
- No,
- rispose Adad, - ma lasciami partire lo stesso.
23-24 Dio spinse anche un altro nemico contro
Salomone, un certo Razon, figlio di Eliada. Ai tempi di Davide, Razon era stato
agli ordini di Adad- Ezer, re di Zoba. Quando Davide aveva sconfitto Adad- Ezer,
Razon era fuggito, aveva raccolto alcuni uomini ed era diventato capo di una
banda di fuorilegge. Poi era andato a stabilirsi a Damasco ed era diventato re
di quella città.
25 Per tutta la vita di
Salomone, Razon fu nemico d'Israele. Anche Adad fu contro Israele e gli fece del
male. Adad fu re di Edom.
LA PROMESSA DI DIO A GEROBOAMO
26 Geroboamo, uno dei
funzionari di Salomone, si ribellò a lui. Era figlio di Nebat, un uomo
della tribù di Efraim, originario di Zereda. Sua madre era una vedova
chiamata Zerua.
27 Ecco come nacque la rivolta.
Salomone stava facendo costruire il terrapieno del Millo e completare le mura
della città.
28 Geroboamo era un giovane
molto capace. Quando Salomone vide come lavorava, lo mise a dirigere gli operai
discendenti da Giuseppe.
29 Un giorno Geroboamo
uscì da Gerusalemme. Per la strada gli venne incontro il profeta Achia da
Silo. Erano soli in campagna e Achia aveva un mantello nuovo.
30 Achia si tolse il mantello nuovo, lo
strappò in dodici parti
31 e disse a
Geroboamo: «Prendi dieci di questi pezzi». Poi gli spiegò:
«Così ti dice il Signore, il Dio d'Israele: Toglierò il regno
a Salomone e darò a te dieci tribù.
32 Però, per amore del mio servo Davide e
di Gerusalemme, la città che ho scelto per me fra tutte le città
d'Israele, a Salomone lascerò una
tribù
33 Farò così
perché Salomone mi ha abbandonato e ha adorato divinità di altri
popoli: Astarte, dea di Sidone, Camos, dio dei Moabiti, Milcom, dio degli
Ammoniti. Salomone non è stato fedele, non ha fatto la mia
volontà, non ha messo in pratica le mie leggi e i miei comandamenti, come
invece aveva fatto suo padre Davide.
34 Tuttavia
non lo priverò di tutto il regno e continuerò a farlo regnare
finché vive. Farò questo per amore del mio servo Davide, che io
avevo scelto e che metteva in pratica le mie leggi e i miei comandamenti.
35 Toglierò il regno dalle mani del
figlio di Salomone e darò a te dieci tribù.
36 A lui ne lascerò una, così non
si spegnerà la lampada di Davide, la discendenza del mio servo, in
Gerusalemme, città che mi sono scelta come luogo della mia presenza.
37 Ti farò diventare re e tu governerai
su tutto il territorio che vorrai; sarai re d'Israele.
38 Se ascolterai i miei ordini, se seguirai il
cammino che ti indicherò e farai la mia volontà, se, come ha fatto
il mio servo Davide, metterai in pratica le mie leggi e i miei comandamenti, io
sarò con te. Ti darò una discendenza forte e stabile, come ho
fatto per Davide. Ti affiderò Israele e
39
punirò così i discendenti di Davide per le colpe di Salomone, ma
non per sempre».
40 Salomone cercò di
far uccidere Geroboamo, ma egli fuggì in Egitto, dal re Sisach. Rimase
là fino alla morte di Salomone.
MORTE DI SALOMONE
( vedi 2 Cronache 9, 29-
31)
41 Tutte le altre cose che Salomone fece, le
sue imprese, i suoi discorsi pieni di sapienza sono scritti nella "Storia di
Salomone".
42 Salomone regnò a
Gerusalemme, su tutto il popolo d'Israele, per quarant'anni.
43 Quando morì, fu sepolto nella
Città di Davide. Dopo di lui regnò suo figlio Roboamo.
STORIA DEI REGNI D'ISRAELE E DI GIUDA
CAPITOLO
12
L'ASSEMBLEA DI SICHEM
(vedi 2 Cronache 10, 1-15)
1 Roboamo andò a Sichem, dove tutto il
popolo d'Israele si era riunito per proclamarlo re.
2 Quando Geroboamo, figlio di Nebat, già
da tempo fuggito in Egitto per paura del re Salomone, venne a saperlo, si
trattenne ancora in Egitto.
3 Ma l'assemblea
degli Israeliti mandò a chiamare Geroboamo. Poi, tutti insieme, andarono
a parlare a Roboamo e gli dissero:
4 - Tuo padre
Salomone ci ha imposto un giogo molto pesante. Se tu alleggerirai le dure
condizioni che tuo padre ci ha imposto e ci lascerai più liberi, noi ti
serviremo.
5 - Ritornate da me dopodomani, -
disse loro Roboamo.
Allora il popolo se ne
andò.
6 Il re Roboamo consultò gli
anziani che erano stati a servizio di suo padre Salomone quand'era ancora
vivo:
- Che cosa mi consigliate di rispondere al
popolo?
7 Essi gli
suggerirono:
- Se adesso ti mostri pronto a
servire il popolo, se accogli le sue richieste e dài una risposta
favorevole, sarai sempre ubbidito.
8 Roboamo,
però, trascurò il consiglio degli anziani e si rivolse ai giovani
che erano cresciuti insieme con lui e che ora erano al suo
servizio:
9 - Il popolo mi ha chiesto di
alleggerire il giogo imposto da mio padre Salomone. Come devo
comportarmi?
10 Essi gli
risposero:
- Al popolo che ti ha chiesto di
alleggerire la dura schiavitù impostagli da tuo padre dovrai rispondere
così: Quel che vi ha fatto mio padre non è niente in confronto di
quel che vi farò io!
11 Se il dominio che
mio padre vi ha imposto è stato duro, io lo renderò ancor
più duro. Se mio padre vi ha punito a frustate, io userò fruste
con punte di ferro!
12 Due giorni dopo Geroboamo
e tutto il popolo andarono dal re Roboamo, come egli aveva ordinato.
13 Roboamo non seguì il suggerimento
degli anziani, ma rispose duramente al popolo,
14 come gli avevano consigliato i giovani:
«Mio padre vi ha imposto un duro dominio, ma io lo renderò ancor
più duro. Mio padre vi ha puniti a frustate, ma io userò fruste
con punte di ferro!».
15 Il re, dunque,
respinse le richieste del popolo. Tutto questo era stato predisposto dal
Signore. Egli voleva realizzare quel che aveva fatto annunziare a Geroboamo,
figlio di Nebat, dal profeta Achia di Silo.
IL REGNO DIVISO
(vedi 2 Cronache 10, 16- 11,
14)
16 Gli Israeliti capirono che il re non dava
loro retta. Allora gli risposero: «Non abbiamo niente da spartire con la
famiglia di Davide, non abbiamo nulla a che fare con questo figlio di lesse!
Gente d'Israele, torniamo alle nostre tende! E tu discendente di Davide,
occupati del tuo regno!». Così gli Israeliti si separarono da
Roboamo.
17 Rimasero sottomessi a Roboamo solo
Israeliti che abitavano città del territorio di Giuda.
18 Il re Roboamo volle mandare dagli Israeliti
Adoram, sorvegliante dei lavori obbligatori. Essi, però, lo uccisero a
sassate. Allora Roboamo saltò sul suo carro e fuggì a Gerusalemme.
19 Da allora le tribù del territorio
d'Israele sono in rivolta contro la dinastia di Davide.
20 Quando gli Israeliti seppero che Geroboamo
era tornato, lo mandarono a chiamare perché partecipasse alla loro
assemblea. Lo proclamarono re di tutto Israele. Solo la tribù di Giuda
rimase fedele alla dinastia di Davide.
21 Allora
Roboamo, figlio di Salomone, andò a Gerusalemme e riunì la gente
delle tribù di Giuda e di Beniamino, in tutto centoottantamila soldati
scelti, per combattere contro il regno d'Israele e riprendere il potere.
22 Ma Dio ordinò al profeta Semaia di
andare a riferire queste parole
23 a Roboamo,
figlio di Salomone, re di Giuda, e agli altri abitanti delle tribù di
Giuda e Beniamino:
24 «Così dice il
Signore: Non andate a far guerra agli Israeliti, vostri fratelli. Ognuno se ne
torni a casa sua, perché ho voluto io questa situazione». Gli
abitanti di Giuda ubbidirono all'ordine del Signore e rinunziarono alla guerra.
25 Geroboamo fece fortificare la città di
Sichem, sulle montagne di Efraim, e vi si stabilì. In seguito
lasciò Sichem e andò a fortificare la città di Penuel.
IL PECCATO DI GEROBOAMO
26 Geroboamo pensò fra
sé: «Il potere potrebbe ritornare alla dinastia di Davide.
27 Se gli abitanti del regno del nord
continueranno ad andare a Gerusalemme per offrire sacrifici nel tempio,
rimarranno legati al loro re di prima; uccideranno me e torneranno sotto
Roboamo, re di Giuda».
28 Dopo aver chiesto
consiglio, Geroboamo fece fabbricare due vitelli d'oro. Poi disse al popolo:
«Non avete più bisogno di andare a Gerusalemme. Sono questi, o
Israeliti, i vostri dèi, questi vi hanno fatto uscire dall'Egitto!».
29 Geroboamo fece collocare un vitello a Betel e
l'altro a Dan.
30 Questo fatto fu l'origine di
una grave colpa. Il popolo, infatti, cominciò ad andare in processione
davanti a uno dei vitelli fino a Dan.
31
Geroboamo costruì anche dei santuari sulle colline. Scelse come sacerdoti
persone del popolo, anche non appartenenti alla famiglia dei leviti.
32 Istituì poi una nuova festa, simile a
una che si celebrava nel territorio di Giuda. Essa aveva luogo il quindici
dell'ottavo mese. Quando offriva sacrifici al vitello d'oro di Betel, saliva
egli stesso all'altare. Mandò anche a Betel alcuni sacerdoti che aveva
scelto per i santuari sulle colline.
CONDANNA DEL CULTO DI BETEL
33 Il quindici dell'ottavo
mese, - aveva scelto lui a suo piacere questa data, - Geroboamo andò
all'altare che aveva fatto costruire a Betel e celebrò la festa per gli
abitanti d'Israele. Andò personalmente a presentare offerte d'incenso.
CAPITOLO
13
1 Per ordine del Signore, un profeta si
recò dal territorio di Giuda fino a Betel. Arrivò proprio mentre
Geroboamo stava offrendo incenso sull'altare.
2
Come gli aveva ordinato il Signore, il profeta si volse verso l'altare e
gridò: «Altare, altare! Tra i discendenti di Davide nascerà
un uomo di nome Giosia - dice il Signore. - Egli sacrificherà sopra di te
i sacerdoti dei santuari sulle colline, quelli che depongono su di te le loro
offerte d'incenso. Su di te bruceranno ossa
umane!»
3 Quello stesso giorno il profeta
disse: «Ora vi darò una prova che il Signore ha parlato. L'altare si
spaccherà e la cenere che c'è sopra si
spargerà».
4 Quando il re Geroboamo
sentì le minacce pronunziate dal profeta, alzò la mano dall'altare
e ordinò: «Prendete quest'uomo!». Ma il braccio gli rimase
paralizzato e non riuscì più a piegarlo.
5 L'altare si spaccò e la cenere si
sparse per terra, come il profeta aveva preannunziato per ordine del Signore.
6 Allora il re disse al profeta: «Supplica
il Signore, il tuo Dio, di calmare il suo sdegno; pregalo di guarire la mia
mano». Il profeta supplicò il Signore e la mano del re tornò
sana come prima.
7 Il re disse allora al
profeta:
- Vieni a casa mia a mangiare qualcosa.
Voglio farti un regalo.
8 Ma il profeta rispose
al re:
- Non verrò a casa tua, non
mangerò un solo boccone e non berrò una goccia d'acqua in questo
posto, neppure se tu mi darai la metà dei tuoi averi.
9 Il Signore mi ha ordinato di non mangiare
né bere niente e di non ritornare per la stessa strada.
10 Poi il profeta se ne andò per un'altra
via, senza ripassare per la strada fatta per venire a Betel.
DISUBBIDIENZA DI UN PROFETA
11 A Betel viveva un anziano
profeta. I suoi figli gli raccontarono tutto quel che il profeta venuto dal
regno di Giuda aveva fatto quel giorno proprio a Betel e le parole che aveva
dette al re.
12 Il padre chiese loro che strada
aveva preso il profeta venuto dal regno di Giuda. Siccome i figli avevano visto
in quale direzione era andato,
13 il vecchio
profeta disse loro di sellargli l'asino. I figli ubbidirono, il vecchio
montò sull'asino e
14 corse dietro al
profeta venuto dal regno di Giuda. Lo trovò seduto sotto un grande albero
e gli chiese:
- Sei tu il profeta venuto dal
regno di Giuda?
15 L'altro rispose di sì.
Allora il vecchio profeta gli disse:
- Vieni a
casa mia a mangiare qualcosa.
16 Ma il profeta
venuto dal regno di Giuda rispose:
- Non posso
venire con te. Non posso mangiare un solo boccone, né bere una sola
goccia d'acqua in questo luogo.
17 Il Signore mi
ha ordinato di non fermarmi qui a mangiare e di tornare subito nel regno di
Giuda, per una strada diversa da quella fatta all'andata.
18 Il vecchio
insistette:
- Anch'io sono un profeta, come te.
Un angelo mandato da Dio mi ha ordinato di invitarti a casa mia a mangiare e
bere qualcosa. In realtà il vecchio mentiva,
19 ma il profeta venuto dal regno di Giuda lo
seguì e mangiò a casa sua.
CONDANNA DEL PROFETA
20 Erano ancora seduti a
tavola, quando il Signore spinse il vecchio profeta di Betel a parlare.
21 Egli gridò all'altro profeta:
«Ascolta quel che ti dice il Signore: Hai osato resistere ai miei ordini,
non hai rispettato le disposizioni che il tuo Dio ti ha dato.
22 Sei tornato a Betel, hai mangiato e bevuto,
anche se ti avevo ordinato di non farlo. Morirai e il tuo cadavere non
sarà sepolto con i tuoi padri».
23
Dopo il pranzo il vecchio profeta sellò l'asino dell'altro profeta,
24 che si mise in viaggio. Per la strada fu
assalito da un leone e ucciso. Il suo cadavere rimase sulla strada, con accanto
il leone e l'asino, immobili.
25 Alcuni uomini
che passavano per la strada videro il cadavere per terra, e accanto il leone.
Andarono a raccontare il fatto nella città dove abitava il vecchio
profeta.
26 Così anche lui, - che aveva
convinto l'altro profeta a tornare a Betel, - venne a sapere quel che era
successo. Allora disse: «Questo profeta si è opposto alla
volontà del Signore. Perciò il Signore lo ha abbandonato e il
leone lo ha assalito. E' stato ucciso, come il Signore aveva
detto».
27 Il vecchio ordinò ai suoi
figli di sellargli l'asino ed essi ubbidirono.
28 Poi partì e trovò il cadavere
del profeta steso sulla strada. L'asino e il leone erano ancora lì
vicino. Il leone non aveva divorato il cadavere e neppure sbranato l'asino.
29 Il vecchio raccolse il cadavere, lo
caricò sull'asino e lo portò a Betel, per far lutto e seppellirlo.
30 Il cadavere fu sepolto nella tomba del
vecchio profeta di Betel, mentre la gente cantava il lamento funebre:
«Ahimè, fratello mio. . . ».
31
Terminato il funerale, il vecchio disse ai suoi figli: «Quando
morirò, mi seppellirete nella mia tomba, dove adesso abbiamo sepolto il
profeta venuto dal regno di Giuda; metterete il mio cadavere accanto al suo.
32 Quanto alle minacce da lui pronunziate per
ordine del Signore contro l'altare di Betel e contro i santuari sulle colline di
Samaria, esse si realizzeranno di certo».
LE COLPE DI GEROBOAMO
33 Nonostante questi fatti,
Geroboamo non smise di commettere le sue azioni malvagie. Sceglieva a caso i
sacerdoti per i santuari sulle colline. Faceva sacerdoti tutti quelli che ne
avevano voglia.
34 Questo modo di agire fu la
grande colpa della famiglia di Geroboamo. Per questo essa fu distrutta e
cancellata per sempre dalla faccia della terra.
CAPITOLO 14
MORTE DEL FIGLIO DI GEROBOAMO
1 In quel tempo, Abia, figlio
di Geroboamo, si ammalò.
2 Perciò
Geroboamo disse a sua moglie: «Va' a Silo, dal profeta Achia, quello che mi
annunziò che sarei diventato re di questo popolo. Però vestiti in
modo tale che nessuno si accorga che sei mia moglie.
3 Porta con te dieci pani, focacce e un vaso di
miele. Vallo a trovare: lui saprà dirti che cosa succederà a
nostro figlio».
4 La moglie di Geroboamo
andò a Silo ed entrò nella casa di Achia. Egli era talmente
vecchio che non ci vedeva più.
5 Ma il
Signore lo aveva avvertito che la moglie di Geroboamo sarebbe venuta da lui a
interrogarlo sul figlio malato. Gli aveva detto che era travestita e gli aveva
anche suggerito come rispondere.
6 Achia,
dunque, appena sentì dal rumore dei passi che la moglie di Geroboamo si
avvicinava alla porta, le disse: «Entra, moglie di Geroboamo. Perché
ti sei travestita? Ho per te cattive notizie.
7
Riferisci a Geroboamo queste parole da parte del Signore, il Dio d'Israele: "Eri
soltanto un uomo qualsiasi. Ti ho preso e ho fatto di te il capo d'Israele, mio
popolo.
8 Ho tolto il potere alla dinastia di
Davide e l'ho dato a te. Ma non ti sei comportato come il mio servitore Davide.
Lui ubbidiva ai miei comandamenti, mi è stato fedele ed ha sempre fatto
la mia volontà.
9 Tu, invece, ti sei
comportato ancor peggio di tutti i tuoi predecessori. Hai fabbricato statue di
altri dèi per provocarmi e ti sei sbarazzato di me.
10 Perciò ora, Geroboamo,
travolgerò la tua famiglia nella sventura. In tutto Israele
distruggerò ogni maschio della tua famiglia, dal primo all'ultimo. Vi
spazzerò via come letame, farò piazza pulita!
11 I cani sbraneranno quelli della tua famiglia
che moriranno in città. Chi morirà in campagna sarà
divorato dagli uccelli rapaci". Queste sono le parole del Signore, - disse
Achia. -
12 Ora, moglie di Geroboamo, torna a
casa. Quando raggiungerai la città, tuo figlio morirà.
13 Tutti gli abitanti di Israele faranno lutto
per lui e parteciperanno al suo funerale. Sarà l'unico dei discendenti di
Geroboamo ad essere sepolto in una tomba, perché è l'unico in cui
il Signore, Dio d'Israele, ha trovato qualcosa di buono.
14 Poi il Signore sceglierà un nuovo re
d'Israele, che distruggerà la famiglia di Geroboamo.
15 Il Signore colpirà gli abitanti del
regno d'Israele, ed essi tremeranno come una canna mossa dall'acqua. Li
caccerà da questa buona terra che ha dato ai loro padri. Li
disperderà oltre il fiume Eufrate, perché hanno costruito dei pali
sacri e così lo hanno molto esasperato.
16 Per le colpe di Geroboamo e per quelle che
lui ha fatto commettere al popolo, il Signore abbandonerà gli
Israeliti».
17 Allora la moglie di Geroboamo
partì e andò a Tirza. Stava entrando in casa quando suo figlio
morì.
18 Lo seppellirono e tutto il
popolo d'Israele partecipò al suo funerale, proprio come il Signore aveva
annunziato per mezzo del suo servo, il profeta Achia.
MORTE DI GEROBOAMO
19 Gli altri fatti della vita
di Geroboamo, le guerre che fece e come governò, sono raccontati nella
"Storia dei re d'Israele".
20 Geroboamo aveva
regnato ventidue anni, quando mori. Dopo di lui regnò suo figlio Nadab.
ROBOAMO, RE DI GIUDA
(vedi 2 Cronache 12,
1-16)
21 Roboamo, figlio di Salomone e di una
donna ammonita di nome Naama, regnò sul territorio di Giuda.
Diventò re all'età di quarantun'anni e regnò per
diciassette. La sua capitale fu Gerusalemme, la città che il Signore
aveva scelto fra tutte le tribù per manifestarvi la sua presenza.
22 Gli abitanti di Giuda andarono contro la
volontà del Signore. Con i loro peccati provocarono la sua ira, molto
più dei loro padri.
23 Costruirono
santuari, stele, e pali sacri su tutte le colline e sotto ogni albero verde.
24 In tutto il paese si praticava la
prostituzione sacra. Insomma, si ripetevano le pratiche vergognose dei popoli
che il Signore aveva privato delle loro terre per far posto a Israele.
25 Durante il quinto anno di regno di Roboamo,
Sisach, re d'Egitto, attaccò Gerusalemme.
26 Si impadronì dei tesori del tempio e
della reggia. Prese anche gli scudi d'oro fatti fare dal re Salomone.
27 Per sostituirli, Roboamo fece fare scudi di
bronzo e li affidò agli ufficiali delle guardie che prestavano servizio
all'ingresso della reggia.
28 Le guardie li
prendevano ogni volta che il re andava nel tempio, poi li riportavano nella sala
della guardia.
29 Gli altri fatti della vita di
Roboamo sono raccontati nella "Storia dei re di
Giuda".
30 Egli fu continuamente in guerra con
Geroboamo.
31 Quando morì, Roboamo fu
sepolto nella Città di Davide accanto ai suoi antenati. Sua madre, di
origine ammonita si chiamava Naama. Dopo di lui regnò suo figlio Abiam.
CAPITOLO 15
ABIAM, RE DI GIUDA
(vedi 2 Cronache 13, 1-3. 22-
23)
1 Abiam diventò re di Giuda quando
Geroboamo, figlio di Nebat, era re d'Israele da diciotto anni.
2 Regnò tre anni a Gerusalemme. Sua madre
si chiamava Maaca ed era figlia di Assalonne.
3
Abiam commise gli stessi peccati di suo padre. Contrariamente al suo antenato
Davide, il suo cuore si ribellò al Signore, il suo Dio.
4 Tuttavia, per amore di Davide, il Signore non
volle estinguere la sua dinastia: diede un figlio ad Abiam e mantenne stabile
Gerusalemme.
5 Tutto questo avvenne
perché Davide aveva fatto la volontà del Signore e in tutta la sua
vita non aveva mai trasgredito ai suoi comandamenti, eccetto che nel caso di
Uria l'Ittita.
6 Le ostilità cominciate
tra Roboamo e Geroboamo continuarono per tutta la vita di Abiam.
7 Gli altri fatti della vita di Abiam sono
raccontati nella "Storia dei re di Giuda". Abiam fu continuamente in guerra con
Geroboamo.
8 Quando morì, fu sepolto
nella Città di Davide. Dopo di lui, regnò suo figlio Asa.
ASA, RE DI GIUDA
(vedi 2 Cronache
14,1-2;15,16-19;16,1-6.11-14)
9 Nel ventesimo
anno di regno di Geroboamo, re d'Israele, Asa divenne re di Giuda.
10 Egli regnò quarantun anni in
Gerusalemme. Sua madre si chiamava Maaca ed era figlia di Assalonne.
11 Asa fece sempre la volontà del
Signore, come il suo antenato Davide.
12
Allontanò dal suo territorio tutti quelli che praticavano la
prostituzione sacra e tolse di mezzo tutti gli idoli costruiti da suo padre.
13 Tolse a sua madre Maaca la dignità di
regina madre, perché lei aveva costruito un idolo vergognoso in onore
della dea Asera. Asa fece abbattere questa immagine e la fece bruciare vicino al
torrente Cedron.
14 I santuari sulle colline,
però, non furono aboliti, anche se Asa restò tutta la vita fedele
al Signore, con tutto il cuore.
15 Fece anche
portare nel tempio le offerte consacrate da lui e da suo padre: argento, oro e
oggetti preziosi.
16 Asa fu continuamente in
guerra con Baasa, re d'Israele, successore di Geroboamo.
17 Baasa venne ad attaccare il territorio di
Giuda. Fece fortificare la città di Rama, in modo da impedire il
passaggio e le comunicazioni ad Asa.
18 Asa,
allora, consegnò ai suoi funzionari tutto l'oro e l'argento che era
rimasto nel tesoro del tempio e il tesoro del palazzo reale. Ordinò loro
di portare tutto nella città di Damasco, al re degli Aramei. Si chiamava
Ben-Adad, era figlio di Tab-Rimmon e nipote di Chezion. Dovevano fargli questa
proposta da parte di Asa:
19 «Diventiamo
alleati, come erano alleati già i nostri padri. Ti mando un dono
d'argento e d'oro. Ti prego, rompi la tua alleanza con Baasa, re d'Israele,
così dovrà interrompere la
guerra».
20 Ben-Adad accettò la
proposta del re Asa e mandò i comandanti del suo esercito ad attaccare le
città d'Israele. Presero Ion, Dan, Abel- Bet- Maaca e l'intera regione
del lago di Genesaret e tutto il territorio di Neftali.
21 Quando Baasa fu informato dell'accaduto,
smise di fortificare Rama e rimase a Tirza.
22
Asa convocò tutti gli abitanti di Giuda, senza eccezioni, perché
andassero a Rama a portar via le pietre e il legname usati da Baasa per
fortificare quella città. Con questi materiali il re Asa fece fortificare
Gheba di Beniamino e Mizpa.
23 Gli altri fatti
della vita di Asa, le sue imprese e le città che costruì sono
elencati nella "Storia dei re di Giuda". Durante la sua vecchiaia, Asa ebbe una
malattia ai piedi.
24 Quando morì, fu
sepolto nella Città di Davide. Dopo di lui regnò suo figlio
Giosafat.
NADAB, RE D'ISRAELE
25 Durante il secondo anno del
regno di Asa, re di Giuda, Nadab, figlio di Geroboamo, divenne re d'Israele.
Regnò due anni.
26 Egli andò
continuamente contro la volontà del Signore. Commise le stesse colpe di
suo padre e, come lui, trascinò Israele nel suo peccato.
27 Baasa, figlio di Achia, della famiglia di
Issacar, organizzò un complotto contro Nadab e riuscì a ucciderlo
mentre egli stava assediando con gli Israeliti la città filistea di
Ghibbeton.
28 Era il terzo anno di regno di Asa,
re di Giuda. Baasa diventò così re al posto di Nadab.
29 Ottenuto il potere, sterminò tutta la
famiglia di Geroboamo. Come il Signore aveva annunziato per mezzo del suo servo,
il profeta Achia di Silo, la stirpe di Geroboamo fu eliminata, non rimase un
solo superstite.
30 Tutto questo avvenne
perché Geroboamo aveva esasperato il Signore, Dio d'Israele, con i
peccati che aveva commesso e in cui aveva trascinato il popolo.
31 Gli altri fatti della vita di Nadab sono
raccontati nella "Storia dei re d'Israele".
32
Asa, re di Giuda, e Baasa, re d'Israele, furono continuamente in guerra fra
loro.
BAASA, RE D'ISRAELE
33 Nel terzo anno di regno di
Asa, re di Giuda, Baasa, figlio di Achia, divenne re d'Israele. Regnò
ventiquattro anni e la sua capitale fu Tirza.
34
Andò contro la volontà del Signore. Si comportò come
Geroboamo e commise gli stessi peccati che egli aveva fatto commettere al popolo
d'Israele.
CAPITOLO
16
1 Il Signore comunicò a Ieu, figlio di
Canani, questo messaggio per Baasa:
2 «Non
eri nessuno, ma io ti ho messo a capo d'Israele, mio popolo. Tu, però,
hai commesso le stesse colpe di Geroboamo; hai spinto il mio popolo, Israele,
nel peccato ed essi mi hanno esasperato con le loro colpe.
3 Perciò ora spazzerò via te e la
tua famiglia! La tratterò come quella di Geroboamo, figlio di Nebat!
4 Quelli della tua famiglia che moriranno in
città saranno sbranati dai cani, quelli che moriranno in campagna li
mangeranno gli uccelli rapaci!».
5 Gli
altri fatti della vita di Baasa e le sue imprese sono scritti nella "Storia dei
re d'Israele".
6 Alla sua morte, Baasa fu sepolto
a Tirza. Dopo di lui regnò suo figlio Ela.
7 Per due motivi il Signore aveva mandato un
messaggio contro Baasa e la sua famiglia per mezzo del profeta Ieu, figlio di
Canani. Innanzi tutto perché Baasa era andato contro la volontà
del Signore, al punto di esasperarlo con gli idoli da loro fabbricati, come
aveva fatto la famiglia di Geroboamo; in secondo luogo perché Baasa aveva
distrutto la famiglia di Geroboamo.
ELA, RE D'ISRAELE
8 Nel ventiseiesimo anno di
regno di Asa in Giuda, Ela, figlio di Baasa, divenne re d'Israele. Regnò
due anni, con sede a Tirza.
9 Zimri, un
ufficiale che comandava metà dei carri da guerra, organizzò un
complotto contro di lui. Un giorno, Ela si trovava a Tirza, a banchetto, in casa
di Arza, il capo del palazzo. Quando Ela era già ubriaco,
10 Zimri arrivò, lo uccise e divenne re
al posto suo. Era il ventisettesimo anno di regno di Asa, re di Giuda.
11 Appena salito al trono, Zimri sterminò
la famiglia di Baasa. Nessun maschio, nessun parente o amico fu lasciato in
vita.
12 Come il Signore aveva fatto annunziare
per mezzo del profeta Ieu, Zimri distrusse completamente la famiglia di Baasa.
13 Questo avvenne perché Baasa e suo
figlio Ela avevano commesso molte colpe, avevano spinto il popolo d'Israele a
peccare e avevano esasperato il Signore con i loro idoli da nulla.
14 Gli altri fatti della vita di Ela sono
scritti nella "Storia dei re d'Israele".
ZIMRI, RE D'ISRAELE
15 Nel ventisettesimo anno di
regno di Asa, re di Giuda, Zimri diventò re a Tirza, per sette giorni.
L'esercito era andato ad assediare la città di Ghibbeton, che apparteneva
ai Filistei.
16 Durante l'assedio si venne a
sapere che Zimri aveva fatto un complotto e che aveva persino ucciso il re.
Allora, il giorno stesso, nell'accampamento, tutti proclamarono il comandante
dell'esercito, Omri, re d'Israele.
17 Omri
salì con tutto l'esercito da Ghibbeton a Tirza e l'assediò.
18 Quando Zimri si accorse che la città
era ormai perduta, andò negli appartamenti della reggia, li
incendiò e morì tra le fiamme.
19
Tutto questo avvenne per le sue colpe. Era andato contro la volontà del
Signore, si era comportato male come Geroboamo e aveva spinto a peccare il
popolo d'Israele.
20 Gli altri fatti della vita
di Zimri sono scritti nella "Storia dei re d'Israele"; lì si parla anche
del suo complotto.
OMRI, RE D'ISRAELE
21 Il popolo d'Israele era
diviso. Metà voleva come re Tibni, figlio di Ghinat; gli altri
sostenevano Omri.
22 I sostenitori di Omri
ebbero il sopravvento su quelli di Tibni, figlio di Ghinat. Tibni morì e
Omri divenne re
23 nel trentunesimo anno di regno
di Asa, re di Giuda. Regnò dodici anni. Per sei governò a Tirza,
24 poi acquistò il monte Someron da un
certo Semer, per circa settanta chilogrammi d'argento. Su questo monte
costruì una città, che chiamò Samaria, dal nome dell'antico
proprietario del monte.
25 Omri andò
contro la volontà del Signore e si comportò peggio dei suoi
predecessori.
26 Commise le colpe di Geroboamo
e, come lui, spinse gli Israeliti a peccare. Così essi esasperarono il
Signore con i loro idoli da nulla.
27 Gli altri
fatti della vita di Omri e le sue imprese sono raccontati nella «Storia dei
re d'Israele".
28 Alla sua morte fu sepolto a
Samaria. Dopo di lui regnò suo figlio Acab.
ACAB, RE D'ISRAELE
29 Nel trentottesimo anno di
regno di Asa, re di Giuda, Acab, figlio di Omri, divenne re d'Israele.
Regnò ventidue anni a Samaria.
30
Andò contro la volontà del Signore, ancor più di tutti i
suoi predecessori.
31 Commise più colpe
di Geroboamo, figlio di Nebat. Sposò Gezabele, figlia di Et- Baal, re di
Sidone. Adorò il dio Baal, si inchinò davanti a lui.
32 Gli costruì un tempio con altare a
Samaria.
33 Innalzò anche un palo sacro
alla dea Asera. Continuò a fare di tutto per esasperare il Signore, il
Dio d'Israele; in questo superò tutti i re d'Israele che lo avevano
preceduto.
34 In quel tempo un certo Chiel, di
Betel, ricostruì la città di Gerico. Si realizzò la
minaccia che il Signore aveva pronunziato per mezzo di Giosuè, figlio di
Nun: quando gettò le fondamenta della città, Chiel perse il suo
primogenito Abiram e, quando costruì le porte, perse il suo ultimogenito
Segub.
IL PROFETA ELIA E IL REGNO D'ISRAELE
CAPITOLO
17
ELIA ANNUNZIA LA SICCITÀ
1 Elia di Tisbe, villaggio nel
territorio di Galaad, disse al re Acab: «Com'è vero che il Signore,
il Dio d'Israele, vive, io, suo servo, ti avverto! Nei prossimi anni non vi
saranno né pioggia né rugiada se non quando lo dirò
io!».
ELIA AL TORRENTE CHERIT
2 Poi il Signore diede
quest'ordine a Elia:
3 «Parti e vai verso
oriente. Nasconditi nei pressi del torrente Cherit, a est del Giordano.
4 Laggiù berrai l'acqua del torrente e io
manderò dei corvi a portarti da
mangiare».
5 Elia ubbidì all'ordine
del Signore. Andò a stare oltre il Giordano, nei pressi del torrente
Cherit.
6 Al mattino i corvi gli portavano pane
e carne e ancora pane e carne la sera. Beveva l'acqua del torrente.
7 Un giorno, però, il torrente
restò asciutto perché in quella regione non pioveva.
ELIA E LA VEDOVA DI SAREPTA
8 Il Signore, allora, diede
quest'ordine ad Elia:
9 «Va' a Sarepta, nel
territorio di Sidone, e fermati là, perché ho ordinato ad una
vedova di provvedere al tuo
mantenimento».
10 Elia partì per
Sarepta. Giunto alle porte della città, vide una vedova che raccoglieva
legna e le disse:
- Ti prego, portami una brocca
con un po' d'acqua da bere.
11 Mentre la donna
andava a prendergli l'acqua, Elia gridò:
-
Portami anche un pezzo di pane!
12 La donna gli
rispose:
- Com'è vero che il Signore, il
tuo Dio, vive, ti assicuro che non ho più pane! Ho soltanto un pugno di
farina e un po' d'olio in una brocca. Adesso raccolgo due pezzi di legna e vado
a cuocere una focaccia per me e mio figlio; mangeremo e poi non ci
resterà che morire!
13 Elia le
disse:
- Non preoccuparti! Fa' pure come hai
detto, ma prima cuoci una focaccia per me e portamela. Dopo ne farai anche per
te e tuo figlio.
14 Infatti il Signore, il Dio
d'Israele, ha detto: «Il vaso della farina non si svuoterà, nella
brocca non mancherà olio fino al giorno in cui io manderò di nuovo
la pioggia sulla terra».
15 La donna
andò a fare quel che Elia le aveva ordinato. Ebbero abbastanza cibo per
molto tempo.
16 Il vaso della farina e la brocca
dell'olio non si svuotarono, come il Signore aveva annunziato per mezzo di Elia.
ELIA E IL FIGLIO DELLA VEDOVA
17 Qualche tempo dopo il
figlio della padrona di casa si ammalò: la malattia era molto grave; il
respiro cessò.
18 Allora la donna disse
ad Elia:
- Che cosa vuoi da me, uomo di Dio? Sei
venuto a mettermi davanti alle mie colpe e a far morire mio
figlio?
19 Elia le
rispose:
- Dammi tuo figlio.
Lo prese dalle braccia di lei, lo portò
al piano di sopra, nella stanza in cui abitava, e lo distese sul letto.
20 Poi pregò il Signore: «Signore,
mio Dio, perché colpisci anche questa vedova che mi ospita, perché
le fai morire il figlio?».
21 Poi si stese
tre volte sul bambino e pregò di nuovo: «Fa' che questo bambino
torni a vivere!».
22 Il Signore
ascoltò la richiesta di Elia e il bambino riprese a respirare e a vivere.
23 Elia lo prese, lo portò al piano di
sotto e lo diede a sua madre, dicendo:
- Guarda,
tuo figlio è vivo!
24 La donna, allora,
disse ad Elia:
- Ora so che tu sei un uomo di Dio
e che il Signore parla veramente attraverso la tua
bocca!
CAPITOLO 18
ELIA E I PROFETI DI BAAL
1 Qualche tempo dopo, durante
il terzo anno di siccità, il Signore diede quest'ordine ad Elia:
«Presentati al re Acab, perché sto per far cadere la pioggia sulla
terra».
2 Elia andò dal re Acab. La
carestia colpiva duramente la regione di Samaria.
3 Acab, perciò, aveva convocato Abdia, il
responsabile del palazzo. Questo Abdia era una persona profondamente fedele al
Signore.
4 Infatti, quando Gezabele aveva
sterminato i profeti del Signore, Abdia ne aveva salvati cento. Cinquanta li
aveva nascosti in una caverna e cinquanta in un'altra e aveva procurato loro
cibo e acqua.
5 Acab ordinò dunque ad
Abdia: «Esplora tutte le sorgenti e i corsi d'acqua della regione; se
almeno lì si troverà erba per tenere in vita cavalli e muli, non
si dovrà uccidere una parte delle
bestie».
6 Poi Acab e Abdia si divisero le
zone del territorio da esplorare e partirono ognuno in direzione diversa.
7 Mentre Abdia era in cammino, all'improvviso
vide Elia venirgli incontro. Lo riconobbe, si inchinò fino a terra e gli
disse:
- Sei proprio tu, Elia, mio
signore?
8 - Sono io, - rispose Elia. - Va' a
riferire al tuo padrone che mi hai visto qui.
9
- Che cosa ho fatto di male? - chiese Abdia. - Vuoi proprio che Acab mi uccida?
10 Com'è vero che il Signore, il tuo Dio,
vive, non c'è nazione o regno della terra in cui il re Acab non ti abbia
fatto cercare! Quando rispondevano che non c'eri, Acab pretendeva addirittura un
giuramento!
11 Come puoi chiedermi di dire ad
Acab che tu, Elia, sei qui?
12 Quando io me ne
sarò andato, lo spirito del Signore ti trasporterà non so dove. Io
intanto andrò a dire ad Acab quel che mi hai detto; lui non ti
troverà e mi ucciderà. Eppure sono stato fedele al Signore fin da
ragazzo!
13 Non hai saputo che, quando Gezabele
ha sterminato i profeti del Signore, io ne ho salvati cento? Li ho nascosti,
cinquanta in una grotta e cinquanta in un'altra, e ho procurato loro viveri ed
acqua.
14 E ora tu mi chiedi di dire al re che
ti ho visto qui? Certamente mi ucciderà!».
15 Elia gli
rispose:
- Com'è vero che il Signore
dell'universo vive, io, suo servo, ti assicuro che oggi stesso mi farò
vedere dal re!
16 Abdia raggiunse Acab e gli
raccontò tutto. Acab si mise in cammino per andare da Elia.
17 Appena lo vide,
gridò:
- Sei tu la causa di tutte le
disgrazie d'Israele!
18 Elia
rispose:
- Non sono io! La causa delle disgrazie
d'Israele siete voi, tu e la tua famiglia, perché avete smesso di
osservare i comandamenti del Signore e avete adorato gli idoli di Baal!
19 Ora fai riunire tutto il popolo d'Israele
intorno a me sul monte Carmelo e convoca i quattrocentocinquanta profeti del dio
Baal e i quattrocento della dea Asera, i protetti della regina Gezabele.
20 Acab riunì gli Israeliti e i profeti
sul monte Carmelo.
21 Elia si avvicinò al
popolo e cominciò a parlare:
- Fino a
quando ondeggerete senza decidervi? Se il Signore è Dio, servitelo; ma se
il Dio è Baal, servite lui! Il popolo non disse una parola.
22 Elia riprese a
parlare:
Sono rimasto solo io, sono l'unico
profeta del Signore, mentre quelli di Baal sono quattrocentocinquanta.
23 Portateci due tori. I profeti di Baal ne
sceglieranno uno, lo faranno a pezzi e lo metteranno sulla legna sopra l'altare,
senza però darvi fuoco. Io preparerò l'altro, lo metterò
anch'io sulla legna, ma non accenderò il fuoco.
24 Voi invocherete i vostri dèi e io
invocherò il Signore. Il vero Dio sarà quello che
risponderà mandando il fuoco!
Il popolo
rispose:
- Siamo
d'accordo!
25 Elia disse ai profeti di
Baal:
- Scegliete un toro e cominciate voi per
primi, perché siete più numerosi. Invocate i vostri dèi, ma
non accendete il fuoco.
26 Essi presero il toro,
lo prepararono e invocarono Baal, dal mattino fino a mezzogiorno. Gridavano:
«Baal, ascoltaci»; ma la sola risposta fu il silenzio. Fecero anche
delle danze sacre attorno all'altare che avevano costruito.
27 Verso mezzogiorno, Elia cominciò a
prenderli in giro: «Gridate più forte, perché Baal è
un dio! E' occupato! oppure ha dovuto assentarsi un momento! si è messo
in viaggio! dorme! svegliatelo!».
28 I
profeti di Baal si misero a gridare più forte. Secondo il loro rituale,
si fecero dei tagli sul corpo con spade e lance, fino a far uscire il sangue.
29 Nel pomeriggio parlarono in estasi fino
all'ora del sacrificio, ma non udirono nessuna voce e non ebbero alcun cenno di
risposta.
30 A quel punto Elia disse al popolo:
«Avvicinatevi tutti». La gente si raccolse intorno a lui ed egli si
mise a riparare l'altare del Signore che era stato distrutto.
31 Prese dodici pietre, una per ogni
tribù dei discendenti di Giacobbe (al quale il Signore aveva dato il nome
di «Israele»).
32 Con queste pietre
ricostruì l'altare dedicato al Signore. Poi, tutt'intorno, scavò
un fosso che poteva contenere due vasi di granaglie.
33 Collocò la legna sull'altare,
tagliò il toro e lo depose sulla legna.
34 Poi ordinò: «Riempite quaranta
vasi d'acqua e versatela sull'offerta e sulla legna». Lo ripeté per
tre volte e per tre volte gli Israeliti eseguirono il suo ordine.
35 L'acqua scorreva intorno all'altare e il
fosso si riempì.
36 All'ora del
sacrificio pomeridiano, il profeta Elia si avvicinò all'altare e
pregò: «Signore, Dio d'Abramo, d'Isacco e d'Israele! E' venuto il
momento! Fa' vedere a tutti che tu sei Dio in Israele, che io sono il tuo servo
e che ho fatto tutto questo per ordine tuo.
37
Ascoltami, Signore! Così questo popolo capirà che tu solo, o
Signore, sei Dio e che ora conduci di nuovo Israele ad esserti
fedele».
38 Il Signore mandò un fuoco
che consumò l'offerta, la legna, persino le pietre e la terra
all'intorno, e prosciugò il fosso.
39 Il
popolo vide tutto questo. Si inchinarono con la faccia a terra e gridarono:
«Il Signore è Dio! E' lui il vero
Dio».
40 Elia ordinò: «Prendete
i profeti di Baal! Non lasciatene scappare neppure uno!». Essi li presero,
ed Elia li portò al torrente Kison e li sgozzò.
FINE DELLA SICCITÀ
41 Elia disse ad Acab:
«Ora va' pure a mangiare e bere, perché si sente già il
rumore della pioggia».
42 Acab andò,
mentre Elia salì sulla cima del monte Carmelo. Si inchinò fino a
terra, con la testa fra le ginocchia.
43 Poi
ordinò al suo servitore: «Va' a guardare in direzione del
mare». Il servo andò, ma poi tornò a dire a Elia: «Non
c'è niente». Per sette volte Elia mandò il servitore a
guardare.
44 La settima volta rispose: «Una
piccola nube, non più grande del palmo di una mano, sta salendo dal
mare». Allora Elia gli disse: «Va' dal re Acab e digli di attaccare
subito i cavalli ai carri e di partire, per non essere fermato dalla
pioggia».
45 Nel frattempo il cielo si era
riempito di nuvole scure e il vento si era messo a soffiare. Poi cominciò
a piovere a dirotto. Acab tornò con il suo carro nella città di
Izreel.
46 Elia sollevò la veste fino
alla vita e, sostenuto dalla potenza del Signore, corse fino all'ingresso di
Izreel, davanti ad Acab.
CAPITOLO
19
ELIA SUL MONTE OREB
1 Acab raccontò a sua
moglie Gezabele tutto quel che Elia aveva fatto e come aveva ucciso tutti i
profeti.
2 Gezabele mandò un messaggero
ad Elia per dirgli: «Mi puniscano gli dèi, se entro domani a
quest'ora non ti avrò fatto fare la stessa fine dei profeti!»
3 Elia ebbe paura e fuggì per salvarsi la
vita. Arrivato a Bersabea, nel territorio di Giuda, lasciò il suo
servitore e
4 proseguì nel deserto
un'altra giornata di cammino. Alla fine si mise sotto una ginestra. Si
augurò di morire: «Signore, - disse, - non ne posso più!
Toglimi la vita, perché non valgo più dei miei
padri».
5 Si coricò e si
addormentò sotto la ginestra, ma all'improvviso un angelo lo
svegliò e disse: «Alzati e
mangia».
6 Subito notò accanto alla
sua testa una focaccia, di quelle cotte su pietre arroventate, e una brocca
d'acqua. Dopo aver mangiato e bevuto, si mise di nuovo a dormire.
7 L'angelo del Signore lo svegliò una
seconda volta: «Mangia ancora, - gli disse, - perché il cammino
sarà molto lungo per te».
8 Elia si
alzò, mangiò e bevve. Poi, rinforzato da quel cibo, camminò
quaranta giorni e quaranta notti, fino all'Oreb, il monte di Dio.
9 Andò in una grotta e vi passò la
notte. Il Signore gli chiese:
- Che fai qui,
Elia?
10 Elia
rispose:
- Signore, Dio dell'universo, sono stato
preso da un'ardente passione per te, quando ho visto che gli Israeliti hanno
violato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari e hanno ucciso i tuoi
profeti. Sono l'unico rimasto, ma cercano di togliermi la vita.
11 Il Signore rispose ad
Elia:
- Esci dalla grotta e vieni sulla montagna,
alla mia presenza.
Infatti il Signore stava
passando. Davanti a lui un vento fortissimo spaccava le montagne e fracassava le
rocce, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento venne il terremoto, ma il
Signore non era nel terremoto.
12-13 Dopo il
terremoto venne il fuoco, ma il Signore non era neppure nel fuoco. Dopo il
fuoco, Elia udì come un lieve sussurro. Si coprì la faccia col
mantello, uscì sull'apertura della grotta e udì una voce che gli
diceva:
- Che fai qui,
Elia?
14 Allora
rispose:
- Signore, Dio dell'universo, sono stato
preso da un'ardente passione per te, quando ho visto che gli Israeliti hanno
violato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari e hanno ucciso i tuoi
profeti; sono rimasto solo io, ma cercano di togliermi la
vita!
15 Il Signore gli
rispose:
- Ritorna sui tuoi passi, in direzione
del deserto di Damasco. Entra in città e consacra Cazael re di Aram.
16 Poi va' a consacrare re d'Israele Ieu, figlio
di Nimsi, e consacra come profeta al posto tuo Eliseo, figlio di Safat,
originario di Abel-Mecola.
17 Chi
sfuggirà alla spada di Cazael sarà ucciso da Ieu. Chi
scamperà alla spada di Ieu, sarà ucciso da Eliseo.
18 Risparmierò settemila Israeliti tutti
quelli che non hanno piegato le ginocchia davanti al dio Baal e non hanno
baciato la sua statua.
Elia nutrito da un angelo
LA VOCAZIONE DI ELISEO
19 Mentre tornava dal monte
Oreb, Elia incontrò Eliseo, figlio di Safat, intento ad arare. Davanti a
lui c'erano dodici paia di buoi. Eliseo guidava l'ultimo paio. Nel passargli
accanto, Elia gli stese sopra il proprio mantello.
20 Eliseo lasciò i buoi, corse dietro a
Elia e gli disse:
- Vorrei andare a salutare mio
padre e mia madre, poi ti seguirò.
- Va'
pure, ma torna di nuovo! Sai quello che ho fatto di te! - rispose Elia.
21 Eliseo si separò da Elia, uccise un
paio di buoi e li offerse in sacrificio; usò la legna del giogo per
cuocere la carne e fece un pranzo a quelli che erano con lui. Poi partì e
seguì Elia, come suo aiutante.
CAPITOLO 20
GUERRA CONTRO GLI ARAMEI
1 Ben Adad, re di Aram,
radunò il suo esercito e marciò contro Samaria. Aveva con
sé trentadue re, carri e cavalieri. Assediò la città e
l'attaccò.
2 Mandò dentro la
città alcuni messaggeri ad Acab,
3 per
riferirgli questo messaggio: «Il re Ben-Adad esige il tuo oro e il tuo
argento, le tue donne e i tuoi figli più
forti».
4 Il re d'Israele rispose: «O
re, mio padrone, è come hai detto tu; io e le mie cose ti
apparteniamo».
5 I messaggeri tornarono
nuovamente da Acab con questo messaggio da parte del re Ben-Adad: «Ti ho
fatto dire di consegnarmi il tuo oro e il tuo argento, le tue donne e i tuoi
figli più forti.
6 Ma domani a quest'ora
manderò da te i miei ufficiali; saranno loro a frugare in casa tua e
nelle abitazioni dei tuoi ministri. Prenderanno tutto quel che hai di più
prezioso e lo porteranno via».
7 Acab
convocò gli anziani del suo territorio e disse
loro:
- E' chiaro anche a voi che quest'uomo
vuole la mia rovina. Eppure, quando ha preteso i miei figli e le mie donne, il
mio oro e il mio argento, non gli ho rifiutato
nulla!
8 Gli anziani e il popolo dissero al
re:
- Non dar retta a Ben-Adad, non
cedere!
9 Allora Acab incaricò i
messaggeri di Ben-Adad di portargli questa risposta: «O re, mio padrone,
avrei fatto tutto quel che mi hai chiesto la prima volta, ma quel che chiedi ora
non posso proprio farlo!». I messaggeri riferirono ogni cosa.
10 Ben-Adad allora mandò a dire ad Acab:
«Gli dèi mi puniscano se, quando distruggerò Samaria, la sua
polvere basterà a darne una manciata a tutti i miei soldati!».
11 Il re d'Israele rispose: «Non cantar
vittoria troppo presto! Non è ancora detta l'ultima parola!».
12 Quando ricevette la risposta di Acab,
Ben-Adad stava bevendo con gli altri re nel suo accampamento. Ordinò ai
suoi ufficiali: «Subito all'attacco di Samaria!». Ed essi si
schierarono per l'attacco.
VITTORIA DI ACAB
13 Un profeta andò da
Acab, re d'Israele, e gli disse:
- Il Signore ti
manda a dire: «Vedi questo numeroso esercito? Oggi lo farò cadere in
tuo potere. Allora riconoscerai che io sono il Signore!».
14 - Per mezzo di chi il Signore mi darà
la vittoria? - chiese Acab.
- Per mezzo dei
giovani, al comando dei capi delle province. Ecco la risposta del Signore, -
disse il profeta.
Acab chiese
ancora:
- Chi inizierà
l'attacco?
- Tu, - rispose il profeta.
15 Acab passò in rassegna i giovani al
comando dei capi delle province: erano in tutto duecentotrentadue. Poi
passò in rassegna anche il resto degli uomini d'Israele, settemila in
tutto.
16 Verso mezzogiorno, mentre Ben-Adad si
stava ubriacando nel suo accampamento insieme ai trentadue re suoi alleati, gli
Israeliti attaccarono.
17 I giovani al comando
dei capi delle province uscirono per primi. Ben-Adad chiese informazioni e gli
fu annunziato che degli uomini erano usciti da Samaria.
18 Allora ordinò: «Se sono usciti
con intenzioni pacifiche, prendeteli vivi. Se sono usciti per combattere...
prendeteli vivi ugualmente».
19 Intanto, i
giovani al comando dei capi delle province erano usciti all'attacco, seguiti dal
resto dell'esercito.
20 Ognuno colpì un
avversario. Gli Aramei si diedero alla fuga, inseguiti dagli Israeliti.
Ben-Adad, re di Aram, fuggì a cavallo con altri cavalieri.
21 Poi Acab, re d'Israele, uscì in
battaglia, distrusse la cavalleria e i carri e inflisse agli Aramei una
sconfitta tremenda.
22 Il profeta andò
dal re d'Israele e gli disse: «Sii coraggioso, ma sta' attento a quel che
devi fare, perché l'anno prossimo a quest'epoca il re di Aram
verrà nuovamente ad attaccarti».
SECONDO ATTACCO DEGLI ARAMEI
Nuovo intervento del
profeta
23 I ministri del re di Aram dissero al
loro signore: «Il Dio degli Israeliti è un Dio delle montagne. Per
questo sono stati più forti di noi. Se però combatteremo in
pianura, riusciremo a batterli.
24
Perciò, ora fai così. Allontana i re alleati dai posti di comando
e sostituiscili con degli ufficiali.
25
Organizza un nuovo esercito, forte come quello che hai perso, e procurati
cavalieri e carri in gran numero, come prima. Combatteremo gli Israeliti nella
pianura e certamente riusciremo a sconfiggerli». Il re di Aram
ascoltò il consiglio dei suoi ministri.
26 Trascorso un anno, passò in rassegna
le sue truppe e salì ad Afek per combattere contro Israele.
27 Anche gli Israeliti furono passati in
rassegna dal loro re, ricevettero viveri, si diressero verso gli Aramei e si
accamparono di fronte a loro. Gli Aramei riempivano la pianura e gli Israeliti,
in confronto, sembravano due piccoli greggi di capre.
28 Il profeta andò dal re d'Israele e gli
disse: «Ascolta questo messaggio del Signore: "Gli Aramei hanno detto che
io, il Signore, sono un Dio delle montagne e non della pianura, ma ora io li
farò cadere in mano tua, anche se sono molto numerosi! Allora vi
accorgerete che io sono il Signore!"».
29
Per sette giorni Israeliti e Aramei rimasero nei loro accampamenti, gli uni di
fronte agli altri. Il settimo giorno iniziarono i combattimenti e gli Israeliti
uccisero centomila soldati aramei.
30 I
superstiti si rifugiarono nella città di Afek, ma ventisettemila di loro
furono travolti da un crollo delle mura. Anche Ben-Adad era fuggito in quella
città e si nascondeva di stanza in stanza.
31 I suoi ufficiali gli dissero: «Abbiamo
sentito dire che i re d'Israele hanno buon cuore. Vestiamoci di sacco,
leghiamoci le braccia sopra la testa e usciamo così incontro al re
d'Israele. Forse ci lascerà salva la
vita».
32 Così si vestirono di sacco
e si legarono le braccia sopra la testa. Poi andarono da Acab, re d'Israele, e
gli dissero: - Ben-Adad ti supplica di non ucciderlo.
Acab rispose:
-
E' ancora vivo? in questo caso è un fratello per
me!
33 Gli ufficiali di Ben-Adad presero subito
quelle parole di Acab come un buon segno e dissero a loro
volta:
- Ben-Adad è un fratello per
te!
- Andatelo a cercare, - disse Acab. Quando
Ben-Adad arrivò, Acab lo fece salire sul suo carro.
34 Ben-Adad gli disse: - Ti restituirò le
città che mio padre ha preso a tuo padre e ti darò il diritto di
vendere i tuoi prodotti a Damasco, come mio padre ha fatto a Samaria.
Acab rispose:
- A
queste condizioni ti lascio andare. Stipulò un patto con lui e lo
lasciò libero.
Acab uccide centomila aramei
UN PROFETA CONDANNA ACAB
35 Uno che apparteneva a un
gruppo di profeti, per ordine del Signore, disse ad un suo
compagno:
- Picchiami!, - ma l'altro si
rifiutò.
36 Il profeta, allora,
replicò:
- Non hai voluto ubbidire ad un
ordine del Signore; perciò quando mi avrai lasciato, sarai assalito da un
leone.
Infatti l'altro se ne andò e fu
aggredito da un leone.
37 Il profeta
incontrò un altro uomo e anche a lui
disse:
-
Picchiami!
L'uomo lo picchiò duramente e
lo ferì.
38 Poi il profeta andò ad
aspettare il re sulla strada; si era reso irriconoscibile mettendosi una sciarpa
sugli occhi.
39 Quando il re passò di
lì, il profeta gli gridò:
- O re,
mi trovavo nel mezzo della battaglia. Un soldato che si ritirava mi ha affidato
un prigioniero da custodire, e mi ha detto: «Se lo lasci fuggire, pagherai
con la tua vita oppure con un rimborso di tremila monete
d'argento».
40 Però, mentre ero
occupato in altre cose, il prigioniero mi è sfuggito.
Il re gli
rispose:
- Tu stesso hai pronunziato la tua
condanna!
41 Il profeta, allora, si
scoprì il volto e il re riconobbe in lui uno dei profeti.
42 Il profeta disse al
re:
- Ascolta questo messaggio del Signore: Tu
hai lasciato fuggire il re che io invece avevo destinato allo sterminio. Ora tu
pagherai per lui con la tua vita e il tuo popolo pagherà per il suo
popolo!
43 Il re tornò a Samaria, a casa
sua, irritato e di cattivo umore.
CAPITOLO
21
LA VIGNA DI NABOT
1 Nella città di
Izreel, accanto al palazzo di Acab, re di Samaria, c'era una vigna. Essa
apparteneva a un certo Nabot.
2 Un giorno, Acab
disse a Nabot:
- Cedimi la tua vigna. Vorrei
usarla come orto, perché è molto vicina al mio palazzo. In cambio
ti darò una vigna migliore o, se preferisci, il giusto prezzo.
3 Nabot rispose ad
Acab:
- Ho ricevuto questa vigna in
eredità dai miei antenati, perciò non ho il diritto di cedertela.
Il Signore non lo permetterebbe.
4 Il re Acab se
ne tornò a casa irritato e di cattivo umore, perché Nabot si era
rifiutato di cedergli l'eredità ricevuta dai suoi antenati. Andò a
letto senza mangiare e voltò la faccia contro il muro.
5 Sua moglie Gezabele venne da lui e gli
chiese:
- Perché sei così di
cattivo umore? Perché non mangi niente?
6
Acab rispose:
- Ho chiesto a Nabot di Izreel di
cedermi la sua vigna in cambio di denaro o, se preferiva, di un'altra vigna, ma
lui mi ha risposto: «Non ti darò la mia vigna!».
7 - Sei o non sei tu il re d'Israele? -
ribatté la moglie Gezabele. - Adesso alzati, vieni a mangiare e non
preoccuparti; ti farò avere la vigna di Nabot di Izreel.
8 La regina scrisse alcune lettere a nome del re
e le autenticò col sigillo regale e le mandò agli anziani e alle
persone più importanti della città dove abitava Nabot.
9 Le lettere dicevano: «Proclamate un
giorno di digiuno, radunate la gente e fate sedere Nabot davanti a tutti.
10 Poi fate venire due persone senza scrupoli ad
accusare Nabot di aver maledetto Dio e il re. Alla fine conducetelo fuori
città e uccidetelo a sassate».
11 Gli
anziani e le persone importanti della città dove viveva Nabot ubbidirono
agli ordini mandati per lettera dalla regina Gezabele.
12 Proclamarono un giorno di digiuno e, quando
la gente si fu riunita, fecero sedere Nabot davanti a tutti.
13 Vennero due persone senza scrupoli e
accusarono Nabot di aver maledetto Dio e il re. Nabot fu portato fuori della
città e ucciso a sassate.
14 Poi
mandarono a dire a Gezabele: «Nabot è morto, ucciso a colpi di
pietra».
15 Appena ricevette questa notizia,
Gezabele disse al re Acab: «Puoi andare a prender possesso della vigna che
Nabot si rifiutava di cederti: ormai è morto!».
16 A queste parole, Acab si alzò subito e
andò a impadronirsi della vigna di Nabot.
ELIA ANNUNZIA IL CASTIGO DI ACAB E GEZABELE
17 Allora il Signore disse a
Elia di Tisbe:
18 «Va' dal re d'Israele lo
troverai nella vigna di Nabot, della quale è andato a prendere possesso.
19 Riferiscigli queste parole da parte mia: Tu
hai ucciso un uomo e ora vuoi impadronirti dei suoi beni?, e poi aggiungi: I
cani leccheranno il tuo sangue nello stesso posto dove hanno leccato quello di
Nabot!».
20 Quando il re Acab vide Elia,
gli disse: - Sei riuscito a trovarmi, mio nemico? - Sì, ti ho trovato, -
rispose Elia, - perché tu non fai altro che andar contro la
volontà del Signore.
21 Perciò
egli ti manda a dire: «Manderò una rovina sulla tua famiglia.
Eliminerò ogni maschio della tua famiglia, dal primo all'ultimo, in tutto
Israele.
22 Farò fare alla tua dinastia
la fine di quella di Geroboamo, figlio di Nebat, e di quella di Baasa, figlio di
Achia, perché tu mi hai esasperato e hai spinto il popolo d'Israele nel
peccato!».
23 Il Signore ha anche parlato
di Gezabele, - aggiunse Elia. - Il suo corpo sarà divorato dai cani nella
città di Izreel.
24 Acab! - concluse
Elia, - tutti quelli della tua famiglia che morranno in città saranno
sbranati dai cani, quelli che morranno in campagna li mangeranno gli uccelli
rapaci.
25 (Nessuno fu così ostinato
contro la volontà del Signore come Acab, perché sua moglie lo
istigava.
26 Fece le cose più vergognose,
adorò gli idoli, proprio come il popolo degli Amorrei che il Signore
aveva cacciato dal territorio all'avanzata del popolo d'Israele).
27 Quando il re Acab udì le parole di
Elia, si strappò le vesti, si mise addosso un sacco e cominciò a
digiunare. Dormiva avvolto nel sacco e camminava a testa bassa.
28 Allora il Signore disse al profeta Elia:
29 «Hai visto come Acab si è
umiliato davanti a me? Per questo non colpirò la sua famiglia durante la
sua vita, ma durante quella di suo figlio».
CAPITOLO 22
ACAB VUOL RIPRENDERE LA CITTÀ DI RAMOT DI GALAAD
(vedi 2 Cronache 18,
1-3)
1 Per tre anni non ci furono guerre tra gli
Israeliti e gli Aramei, ma
2 il terzo anno il re
di Giuda, Giosafat, venne in visita da Acab, re d'Israele.
3 Acab aveva detto ai suoi ministri: «La
città di Ramot di Galaad ora è nelle mani del re di Aram, ma
è nostra! Invece di star qui tranquilli, andremo a riprendercela!».
4 Perciò chiese al re
Giosafat:
- Vuoi venire con me ad attaccare Ramot
di Galaad?
- Conta pure su di me, - rispose
Giosafat, - sulla mia cavalleria e sui miei
carri!
5 Poi
aggiunse:
- Però, prima, consultiamo il
Signore; oggi stesso.
I PROFETI DI CORTE PREDICONO LA VITTORIA
(vedi 2 Cronache 18,
4-11)
6 Il re Acab convocò i suoi profeti,
circa quattrocento in tutto, e chiese loro:
-
Posso attaccare Ramot di Galaad o devo
rinunziare?
I profeti
risposero:
- Vai pure all'attacco. Il Signore
farà cadere la città in tuo potere.
7 Giosafat
chiese:
- Non c'è un profeta del Signore
che ci aiuti a consultano?
8 Il re Acab
rispose:
- Ce n'è ancora uno; è
Michea, figlio di ImIa. Lui può aiutarci a consultare il Signore.
Però io lo detesto, perché non mi annunzia mai niente di buono, ma
soltanto cose cattive! - Tu, o re, non dovresti parlare così! -
replicò Giosafat.
9 Allora il re Acab
chiamò un ministro e gli ordinò di far venire al più presto
Michea, figlio di ImIa.
10 Intanto, Acab, re
d'Israele, e Giosafat, re di Giuda, con indosso i loro abiti regali, stavano
seduti, ognuno su un trono, sullo spiazzo all'ingresso di Samaria. I profeti
pronunziavano oracoli in loro presenza.
11 Uno
di loro, Sedecia, figlio di Chenaana, si era fatto un paio di corna di ferro e
diceva: «Il Signore ha parlato e ha detto: Con queste schiaccerai gli
Aramei!».
12 Tutti i profeti dicevano la
stessa cosa: «Sali a Ramot di Galaad! Ce la farai. Il Signore farà
cadere in mano tua la città!».
IL PROFETA MICHEA PREDICE LA SCONFITTA
(vedi 2 Cronache 18,
12-27)
13 Nel frattempo, il messaggero che era
andato a chiamare Michea, gli diceva:
- Tutti i
profeti, a una sola voce, annunziano al re cose buone. Fa' anche tu come loro e
dàgli buone previsioni.
14 Michea
rispose:
- Com'è vero che il Signore vive,
dirò quello che il Signore mi farà
dire!
15 Michea andò dal re e questi gli
chiese: - Possiamo attaccare Ramot di Galaad o dobbiamo
rinunziare?
Michea
rispose:
- Certo, attacca pure, o re, ce la
farai! Il Signore farà cadere la città in tuo potere!
16 - Anche questa volta, ti scongiuro: dimmi
soltanto la verità, quando parli in nome del Signore! - disse il re Acab.
17 Allora Michea
rispose:
- Ho visto il popolo d'Israele disperso
sulle montagne, come un gregge senza pastore. Il Signore ha detto: «Questi
uomini son senza guida; tornino in pace alle loro case!»
18 Acab disse a
Giosafat:
- Te l'avevo detto: quest'uomo non mi
annunzia mai niente di buono, ma solo cose
cattive!
19 Michea riprese a
parlare:
- Ascolta la parola del Signore! Io l'ho
visto seduto sul suo trono, con tutti i suoi servitori in piedi alla sua destra
e alla sua sinistra.
20 A un certo punto ha
chiesto loro: «Chi convincerà Acab ad andare a Ramot di Galaad, dove
finirà ammazzato?». I servitori davano le risposte più varie,
21 finché uno spirito si è
presentato al Signore e ha detto: «Lo convincerò io!». Il
Signore gli ha chiesto come avrebbe fatto
22 e
lui ha risposto: «Farò uscire menzogne dalle bocche dei
profeti!». «Va' pure, ingannalo così! Ci riuscirai», gli
ha detto il Signore.
23 E Michea
concluse:
- Il Signore ha fatto uscire menzogne
dalla bocca dei profeti, ma in realtà ha deciso di farti finir
male!
24 Sedecia, figlio di Chenaana, si
avvicinò a Michea e gli diede uno schiaffo e gli
disse:
- Da che parte lo spirito del Signore
è uscito da me per parlare a te?
25 - Lo
vedrai il giorno che cercherai un nascondiglio di stanza in stanza! - rispose
Michea.
26 Il re Acab
ordinò:
- Arrestate Michea e consegnatelo
ad Amon, governatore della città, e al principe Ioas.
27 Ordinate loro di rinchiuderlo in prigione e
di tenerlo a pane e acqua, finché non tornerò sano e salvo dalla
guerra!
28 Michea
replicò:
- Se tornerai sano e salvo
vorrà dire che il Signore non ha parlato per bocca mia.
ACAB MUORE IN COMBATTIMENTO
(vedi 2 Cronache 18, 28-
34)
29 Il re d'Israele, Acab, e il re di Giuda,
Giosafat, salirono a Ramot di Galaad.
30 Acab
disse a Giosafat: «Per combattere, io mi travestirò, ma tu tieni i
tuoi abiti regali». Il re Acab si travestì e andò a
combattere.
31 Il re di Aram aveva ordinato ai
trentadue capi dei suoi carri: «Voi cercate di colpire il re d'Israele e
lasciate perdere tutti gli altri».
32 Quando
i capi dei carri videro Giosafat, dissero: «Ecco là il re
d'Israele!», e si gettarono verso di lui per attaccarlo. Giosafat si mise a
gridare,
33 i capi dei carri si accorsero che
non era lui il re d'Israele, e si allontanarono.
34 Un soldato, però, tirò a caso
con l'arco e una freccia colpì proprio Acab, infilandosi fra le piastre
della sua corazza. «Sono ferito! - gridò Acab al suo cocchiere. -
Gira il carro e portami lontano dal campo di
battaglia».
35 La battaglia infuriò
per tutto il giorno e il re Acab dovette stare nel suo carro, di fronte allo
schieramento arameo. Dalla ferita il sangue colava sul fondo del carro. Alla
sera morì.
36 Al tramonto un grido si
diffuse per il campo: «Ritiriamoci! Tutti al proprio paese o alla propria
città».
37 Dopo la sua morte, il
corpo di Acab fu trasportato a Samaria e sepolto là.
38 Il suo carro fu lavato nella vasca di
Samaria. I cani leccarono il suo sangue e le prostitute vi si lavarono, come il
Signore aveva annunziato.
39 Gli altri fatti
della vita di Acab, le notizie sulla costruzione della "Casa d'avorio" e sulle
città da lui costruite sono scritte nella "Storia dei re
d'Israele".
40 Alla morte di Acab, divenne re suo
figlio Acazia.
Morte di Acab
GIOSAFAT, RE DI GIUDA
(vedi 2 Cronache 20, 31- 21,
1)
41 Nel quarto anno di regno di Acab re
d'Israele, Giosafat, figlio di Asa, era diventato re di
Giuda
42 all'età di trentacinque anni.
Regnò venticinque anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Azuba ed era
figlia di Silchi.
43 Giosafat seguì la
via tracciata da suo padre Asa e fece sempre la volontà del Signore.
44 Tuttavia i santuari sulle colline non furono
eliminati e la gente continuò a offrirvi sacrifici e a bruciarvi incenso.
45 Giosafat visse in pace col re d'Israele.
46 Gli altri fatti della vita di Giosafat, le
sue imprese e le sue guerre sono scritti nella "Storia dei re di
Giuda".
47 Egli eliminò da tutto il
territorio ogni traccia di prostituzione sacra rimasta dai tempi di suo padre
Asa.
48 In quel tempo Edom non aveva un re, ma
soltanto un governatore.
49 Giosafat fece
costruire delle navi d'alto mare per andare a Ofir a prendere l'oro. Le navi,
però, si sfasciarono nel porto di Ezion- Gheber e non furono mai usate.
50 Acazia, figlio di Acab, aveva proposto a
Giosafat di unire i propri uomini per formare gli equipaggi delle navi, ma
Giosafat non aveva accettato.
51 Alla sua morte,
Giosafat fu sepolto nella Città di Davide. Dopo di lui regnò suo
figlio Ioram.
ACAZIA, RE D'ISRAELE
52 Nel diciassettesimo anno di
regno di Giosafat re di Giuda, Acazia, figlio di Acab, divenne re d'Israele a
Samaria per due anni.
53 Andò contro la
volontà del Signore. Si comportò male come suo padre e sua madre e
come Geroboamo, figlio di Nebat, che aveva spinto il popolo d'Israele a peccare.
54 Adorò il dio Baal e
s'inginocchiò davanti alla sua statua. Offese il Signore, il Dio
d'Israele, proprio come aveva fatto suo padre.